Nuovo reato

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cicciobomba
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Nuovo reato

Messaggio: # 23079Messaggio cicciobomba
sab 15 mar 2025, 18:35

Giunta la vigilia della festa della donna quest’anno, in consiglio dei ministri è stato approvato un disegno di legge sul cosiddetto “femminicidio.”

Premesso che il livello della classe politica della seconda repubblica è quello che è indipendentemente dall’aderenza ideologica, che il dibattito pure è quello che è e che i danni del sabotaggio sistematico dell’istruzione pubblica si vedono tutti … non sono per partito preso antigovernativo, anzi ritengo utili e necessari alcuni provvedimenti posti in essere, come l’abolizione dell’abuso d’ufficio, il reato di occupazione abusiva di immobile, il decreto sulle ONG o la cessione di ITA Airways a Lufthansa (finalmente, aggiungo).

Sul femminicidio, però, siamo alla pura demagogia assurta a legge.

Virgolettato il testo noto del DDL:
Si introduce la nuova fattispecie penale di “femminicidio” che, per l’estrema urgenza criminologica del fenomeno e per la particolare struttura del reato, viene sanzionata con la pena dell’ergastolo. In particolare, si prevede che sia punito con tale pena “chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità”. In linea con tale intervento, le stesse circostanze di commissione del reato sono introdotte quali aggravanti per i delitti più tipici di codice rosso, con la previsione di un aumento delle pene previste di almeno un terzo e fino alla metà o a due terzi, a seconda del delitto.
Inoltre, il testo:
  • -- prevede l’audizione obbligatoria della persona offesa da parte del pubblico ministero, non delegabile alla polizia giudiziaria, nei casi di codice rosso;
  • -- introduce specifici obblighi informativi in favore dei prossimi congiunti della vittima di femminicidio;
  • -- prevede il parere, non vincolante, della vittima in caso di patteggiamento per reati da codice rosso e connessi obblighi informativi e onere motivazionale del giudice;
  • -- nei casi in cui sussistano esigenze cautelari, prevede l’applicazione all'imputato della misura della custodia cautelare in carcere o degli arresti domiciliari;
  • -- interviene sui benefici penitenziari per autori di reati da codice rosso;
  • -- introduce, in favore delle vittime di reati da codice rosso, un diritto di essere avvisate anche dell’uscita dal carcere dell’autore condannato, a seguito di concessione di misure premiali;
  • -- rafforza gli obblighi formativi dei magistrati, previsti dall’art. 6, comma 2, della legge n. 168 del 2023;
    estende alla fase della esecuzione della condanna al risarcimento il regime di favore in tema di prenotazione a debito previsto per i danneggiati dai fatti di omicidio “codice rosso” e di femminicidio;
  • -- introduce una disposizione di coordinamento che prevede l’estensione al nuovo articolo 577-bis dei richiami all’articolo 575 contenuti nel codice penale.
Metto in fila qualche considerazione di buon senso, così, per mero esercizio speculativo.

Primo: nei reati d’impeto l’inasprimento delle pene è inefficace. La gran parte di chi arriva a compiere un gesto grave come uccidere la propria moglie o compagna lo fa per esasperazione, vendetta e/o odio in un momento di rabbia e ottundimento: non pianifica, non prepara, non ragiona e non pensa di farla franca; spesso tenta pure di suicidarsi subito dopo e quando non riesce a farlo accetta qualunque conseguenza. Col nuovo reato rischia l’ergastolo... mah, dubito che quest’ultimo possa avere alcun potere deterrente.

Secondo: Il femminicidio è un omicidio, le donne sono esseri umani al pari degli uomini e la loro vita non vale né più, né meno di quella degli uomini. Non può esistere alcuna differenza tra uomini e donne nella gravità dei reati, come non deve esistere nelle pene, costituzione alla mano. Esistono le aggravanti per alcuni casi (come la crudeltà, l’odio razziale) ma nel caso in oggetto quelle legate al genere erano già previste nel cosiddetto Codice Rosso. Aggiungo che non mi pare abbiano funzionato più di tanto, numeri alla mano (e sempre in conseguenza del primo punto, IMHO).
Art. 3 della Costituzione dove sei?

Terzo: è femminicidio (non omicidio) se “il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità.”
La condizione per distinguere un femminicidio da un omicidio è vaga, fumosa e dilatabile all’infinito. Magari si riesce a provare l’odio, ma quali siano i diritti e le libertà proprie di una donna o in cosa differiscano da quelle di un uomo resta da capire (e soprattutto da dimostrare in giudizio). Infine “per reprimere [...] l’espressione della sua personalità” è veramente una formula degna soltanto di grasse risate.
C’è chi per esprimere la propria personalità si indentifica come gatto:
https://www.ilsussidiario.net/news/raga ... e/2403449/
https://www.ilmattino.it/lifestyle/pers ... 99016.html
https://www.facebook.com/Messaggero.it/ ... 348878548/
Deve poter andare dal Veterinario? Ha diritto alla lettiera in classe? In questi casi quale reato dovrebbe applicarsi, femminicidio o uccisione di animale ex art.544 bis?
Quali comportamenti esattamente “limitano l’espressione della personalità”? Andare dall’estetista anziché badare ai figli è espressione della personalità, o, secondo i casi, è un capriccio indegno di alcuna tutela? Chi lo decide e sulla base di cosa?
Poi se l’odio di genere è un’aggravante… è perché non dovrebbe valere a parti invertite? Non esistono donne che odiano gli uomini? Perché non dovrebbe valere per i non binari e a parti invertite verso i non binari?
Mala tempora currunt.

Quarto: non tutti gli uomini (esseri umani) sono galantuomini (persone perbene), maschi o femmine che siano. Una formulazione così vaga del reato si presta all’abuso: qualunque separanda potrà dichiarare di aver subito violenze psicologiche, se non fisiche, solo per liberarsi in quattro e quattr’otto del suo compagno/marito, per vendicarsi o avere magari una bella corsia preferenziale nell'affidamento dei figli. Una separazione non è mai facile, ne escono devastati entrambi i separandi, elementi di appiglio e traumi psicologici ce ne sono a bizzeffe per l’una e per l’altro… quelli di “lui” però non hanno rilevanza. Questa è discriminazione bella e buona. Basta dichiarare che il compagno non rispetta “l’espressione della personalità” della compagna/moglie, qualunque minchiata questo significhi, senza poter controbattere con lo stesso argomento (cioè limitare l’espressione della personalità dell’uomo non è un problema, gli uomini non hanno una personalità meritevole di tutela evidentemente, o forse non l’hanno proprio).
Lo stato di diritto e il principio di eguaglianza davanti alla legge ne escono con le ossa rotte.

Quinto: la legge prevede l’obbligo di formazione per i magistrati, ripeto, obbligo di formazione per i magistrati. E di cosa si occupano lorsignori magistrati quotidianamente, cattura delle farfalle? Stiamo dicendo che sono perfettamente in grado di gestire l’omicidio di un uomo ma non quello di una donna? E chi dovrebbe “formarli”? Con quali contenuti poi? Magari qualche cavolata ideologica, sulla cultura dello stupro, il patriarcato o la piramide della violenza? E’ roba che ha la credibilità scientifica di Mickey Mouse.
Ammesso che passi il concetto (francamente assurdo) che c’è bisogno di formarli per gestire i femminicidi, perché poi non dovrebbero essere formati su altri reati? Formiamoli a tutelare i padri separati, un’altra emergenza nazionale, tanto per dire.
Chiamato col suo nome questo è obbligo di indottrinamento, rispetto al quale sarebbe/sarà doveroso fare ostruzionismo. Sono sconcertato.

Sesto: il provvedimento prevede il confronto diretto del giudice con la vittima nello stabilire le misure cautelari. Mi ricorda pericolosamente l’ingresso dei genitori negli organi governativi e nei processi decisionali delle scuole. Le conseguenze devastanti sono sotto gli occhi di tutti, o almeno di coloro che le vedono. Ci manca che i giudici debbano dar conto alle vittime anziché alle norme! Welcome to the jungle.

Infine, nessuno è nato ieri… è evidente che questo DDL serve principalmente al governo per dire che ha fatto qualcosa senza precedenti sui “femminicidi” (ha addirittura approvato un reato apposito!) e a poco altro. E’ evidente che la sua calendarizzazione il 7 Marzo è funzionale ad amplificarne la risonanza mediatica e che ci si è curati più di quest’ultima che della sua efficacia.

Vorrei sbagliarmi, ma gli inasprimenti delle misure cautelari produrranno più esasperazione, ergo più femminicidi, oltre a mettere nei guai quegli uomini — che saranno anche pochi, ma pur esistono e vanno difesi — che alla fine della loro relazione si troveranno vittime di accuse infondate di donne senza scrupoli.

Su un solo punto concordo col governo: questa norma non ha precedenti. Difficile rintracciarne un’altra così demagogica, vaga, mal scritta, discriminatoria, inefficace e potenzialmente controproducente. Complimenti! Ci resta da sperare nella Corte Costituzionale. Ho i miei dubbi anche su quella.
Cari saluti
A

P.S.
Qualcuno che ancora ragiona:
https://lanuovabq.it/it/femminicidio-tr ... ly-correct
P.P.S.
Piscis primum a capite foetet:
https://www.rainews.it/archivio-rainews ... 482e2.html

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M.Ambrosini
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Re: Nuovo reato

Messaggio: # 23082Messaggio M.Ambrosini
dom 16 mar 2025, 7:17

Secondo: Il femminicidio è un omicidio, le donne sono esseri umani al pari degli uomini e la loro vita non vale né più, né meno di quella degli uomini. Non può esistere alcuna differenza tra uomini e donne nella gravità dei reati, come non deve esistere nelle pene, costituzione alla mano.
Sarebbe sufficiente questo aspetto per arrivare alle conclusioni a cui, anche a mio avviso, sei giustamente giunto.
Oggi le leggi si fanno non perchè servono ma perchè occorre far vedere all'opinione pubblica sui social che "ci siamo occupati della cosa".
Il problema è di tutto il mondo tecnologico...che diventa sempre più "social dipendente". Una tristezza infinita per quanto mi riguarda...e penso possa solo peggiorare...e se credi che ci sia un limite al fondo beh...su questo comincio ad avere seri dubbi.
Massimo

cicciobomba
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Re: Nuovo reato

Messaggio: # 23087Messaggio cicciobomba
dom 16 mar 2025, 17:54

Che i social influenzino la tecnologia è sconfortante, ma non drammatico; che influenzino la Legge è esiziale. Poveri noi e chi ci seguirà.

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Re: Nuovo reato

Messaggio: # 23088Messaggio M.Ambrosini
dom 16 mar 2025, 18:07

cicciobomba ha scritto:
dom 16 mar 2025, 17:54
Che i social influenzino la tecnologia è sconfortante, ma non drammatico; che influenzino la Legge è esiziale. Poveri noi e chi ci seguirà.
Beh per come la vedo io non è la tecnologia a venire "influenzata" ma semmai è il mezzo che ci ha permesso di sentirci effimeramente "tutti vicini" influenzando la nostra vita sociale e la nostra esistenza in modo drammatico. Non è la tecnologia in se ad essere sbagliata ma è l'uso che fanno di essa individui non sufficientemente educati/preparati per comprenderne i rischi.
Massimo

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Re: Nuovo reato

Messaggio: # 23089Messaggio cicciobomba
dom 16 mar 2025, 18:44

Se pensiamo ad esempio al mondo audiofilo e ai meccanismi di vendita, i social cambiano le leve di vendita e lo sviluppo di nuovi prodotti, scorrelandolo da dati oggettivi.
Mi riferivo alla tecnologia che ci circonda, non alla tecnologia dei social, che di per sé non è per forza negativa.

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Re: Nuovo reato

Messaggio: # 23090Messaggio M.Ambrosini
dom 16 mar 2025, 20:40

cicciobomba ha scritto:
dom 16 mar 2025, 18:44
Se pensiamo ad esempio al mondo audiofilo e ai meccanismi di vendita, i social cambiano le leve di vendita e lo sviluppo di nuovi prodotti, scorrelandolo da dati oggettivi.
Mi riferivo alla tecnologia che ci circonda, non alla tecnologia dei social, che di per sé non è per forza negativa.
Ora è chiaro e concordo, non pensavo all'hifi :)
Massimo

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