Dunlavy SC-II
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Dunlavy SC-II
Arrivate oggi, importate dalla Finlandia...(imballate in due cassoni in legno di peso lordo 50kg l'uno...a very expensive shipping...)
Sto facendone la conoscenza...ve ne parlerò fra qualche giorno
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Massimo
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Re: Dunlavy SC-II
Le SC-II sono sicuramente i Dunlavy concettualmente più simili ai DSL essendo dei due vie a sorgente simmetrica. A giudicare da quanto avevo ascoltato da una singola SC-I (il modello Dunlavy più piccolo) e da una SC-IIIA “zoppa” (ovvero con i sub scollegati) vi confesso che mi aspettavo molto da questi SC-II.
Diciamo che le SC-II danno soddisfazioni ma non sono casse “facili”.
Per iniziare c’è la distanza dei woofer dal pavimento la quale è stata scelta a quanto pare in modo piuttosto svincolato da considerazioni di ottimizzazione della gamma bassa con l’ambiente domestico di ascolto ma sembra esclusivamente al fine di avere il tweeter all’altezza delle orecchie di una persona di media altezza a sedere su una sedia. Su un divano o su una poltrona ci si viene a trovare più in basso e quei 5 cm di altezza “di troppo” se evitati sarebbero stati “oro” per la pienezza del medio basso. Infatti questo è stato il primo “intervento” dopo nemmeno mezz’ora dall’arrivo dei diffusori: ho rimosso le basi guadagnando 5 cm e portando il tweeter ad un’altezza di 88,5cm dal pavimento che coincide perfettamente con l’altezza delle mie orecchie da seduto sul divano e soprattutto avvicinando in tal modo i woofer al pavimento. Intervento reversibilissimo dal momento che per smontare le basi occorre solo togliere tre vitoni…vitoni che però hanno l’inconveniente di essere passanti per cui per evitare la perdita d’aria occorre poi smontare la piastra metallica posteriore per poter accedere da dentro alla chiusura dei fori con l’onnipresente stucco butilico nero.
Dal momento che smontando la piastra metallica posteriore ci si ritrova in mano il crossover è stato rassicurante osservare che la cassa non aveva subìto ricablaggi e/o manomissioni di alcun genere. Non ho rilevato lo schema in quanto non mi interessava farlo ma per curiosità ho contato il numero di componenti impiegati da Mr.John Dunlavy per fare un filtro di un due vie a 6dB/oct con questi altoparlanti: 17 componenti!
Il secondo intervento riguarda il poter evitare la griglia anteriore. Come penso di avervi detto fino alla nausea in tutti questi anni, non esiste sistema MTM in cui una tela o una griglia anteriore funzioni meglio o anche solo non sia peggiorativa (esattamente il contrario di quanto capita con i diffusori che hanno una disposizione degli altoparlanti convenzionale in cui una griglia è mediamente migliorativa). Le Dunlavy non fanno eccezione a questa regola ma cercando di commercializzarle con la griglia per poter nascondere un aspetto (vedi feltro) non proprio entusiasmante per le mogli….Dunlavy cercò appunto la massima ottimizzazione possibile CON la griglia montata. Cosa significa ciò? Significa che due strisce di feltro che vengono a trovarsi lateralmente agli altoparlanti (simili ai baffi laterali delle DSL…fa piacere che certe pensate non vengano in mente solo a me
) sono furbescamente incollati sulle griglie per cui quando si montano queste si ha l’intervento del feltro che (evitando la diffrazione sui bordi della cassa) migliora la definizione ma al contempo si sente anche il peggioramento dovuto alla griglia sottoforma di compressione del suono. Per avere capra e cavoli si deve evitare la griglia mettendo però i baffi laterali che, per evitare la colla, ho applicato sempre con l’onnipresente immarcescibile inarrivabile ineludibile stucco bituminoso nero
.
Dopo questi due interventi e trovando la distanza più adatta dalla parete posteriore (che pare proprio sia a ridosso della parete) direi che le SC-II hanno iniziato ad esprimere ciò che possono potenzialmente fare e…a quanto ho ascoltato direi che rimarranno collegate dove sono fin quando non inizierò gli ascolti con le DSL II phased….credo presto perché inizio ad essere curioso non solo di vedere misure strumentali.
Unico (piccolo) inconveniente non risolvibile su queste SC-II è l’estensione sul basso di circa 20Hz inferiore rispetto alle DSL e con alcuni dischi si notano mentre la quantità (se poste a ridosso della parete di fondo ) nella mia saletta è direi giusta..
Ora in ambito Dunlavy ho finito gli acquisti ad eccezione della singola SC-I che sto ancora cercando…in compenso avrei trovato in Italia il surrogato più prossimo: una SC-I.CC che era in sostanza una SC-I con frontale inclinato per impieghi home theatre la quale mi rafforza il sospetto che nel Bel Paese il marchio DAL (Dunlavy Audio Lab) sia stato importato solo nell’unico anno di esistenza senza John Dunlavy ovvero dal 2001 al 2002 anno in cui il marchio chiuse l’attività. I modelli che ho trovato in vendita in Italia sono stati prodotti tutti solo in quell’anno.
Diciamo che le SC-II danno soddisfazioni ma non sono casse “facili”.
Per iniziare c’è la distanza dei woofer dal pavimento la quale è stata scelta a quanto pare in modo piuttosto svincolato da considerazioni di ottimizzazione della gamma bassa con l’ambiente domestico di ascolto ma sembra esclusivamente al fine di avere il tweeter all’altezza delle orecchie di una persona di media altezza a sedere su una sedia. Su un divano o su una poltrona ci si viene a trovare più in basso e quei 5 cm di altezza “di troppo” se evitati sarebbero stati “oro” per la pienezza del medio basso. Infatti questo è stato il primo “intervento” dopo nemmeno mezz’ora dall’arrivo dei diffusori: ho rimosso le basi guadagnando 5 cm e portando il tweeter ad un’altezza di 88,5cm dal pavimento che coincide perfettamente con l’altezza delle mie orecchie da seduto sul divano e soprattutto avvicinando in tal modo i woofer al pavimento. Intervento reversibilissimo dal momento che per smontare le basi occorre solo togliere tre vitoni…vitoni che però hanno l’inconveniente di essere passanti per cui per evitare la perdita d’aria occorre poi smontare la piastra metallica posteriore per poter accedere da dentro alla chiusura dei fori con l’onnipresente stucco butilico nero.
Dal momento che smontando la piastra metallica posteriore ci si ritrova in mano il crossover è stato rassicurante osservare che la cassa non aveva subìto ricablaggi e/o manomissioni di alcun genere. Non ho rilevato lo schema in quanto non mi interessava farlo ma per curiosità ho contato il numero di componenti impiegati da Mr.John Dunlavy per fare un filtro di un due vie a 6dB/oct con questi altoparlanti: 17 componenti!
Il secondo intervento riguarda il poter evitare la griglia anteriore. Come penso di avervi detto fino alla nausea in tutti questi anni, non esiste sistema MTM in cui una tela o una griglia anteriore funzioni meglio o anche solo non sia peggiorativa (esattamente il contrario di quanto capita con i diffusori che hanno una disposizione degli altoparlanti convenzionale in cui una griglia è mediamente migliorativa). Le Dunlavy non fanno eccezione a questa regola ma cercando di commercializzarle con la griglia per poter nascondere un aspetto (vedi feltro) non proprio entusiasmante per le mogli….Dunlavy cercò appunto la massima ottimizzazione possibile CON la griglia montata. Cosa significa ciò? Significa che due strisce di feltro che vengono a trovarsi lateralmente agli altoparlanti (simili ai baffi laterali delle DSL…fa piacere che certe pensate non vengano in mente solo a me


Dopo questi due interventi e trovando la distanza più adatta dalla parete posteriore (che pare proprio sia a ridosso della parete) direi che le SC-II hanno iniziato ad esprimere ciò che possono potenzialmente fare e…a quanto ho ascoltato direi che rimarranno collegate dove sono fin quando non inizierò gli ascolti con le DSL II phased….credo presto perché inizio ad essere curioso non solo di vedere misure strumentali.
Unico (piccolo) inconveniente non risolvibile su queste SC-II è l’estensione sul basso di circa 20Hz inferiore rispetto alle DSL e con alcuni dischi si notano mentre la quantità (se poste a ridosso della parete di fondo ) nella mia saletta è direi giusta..
Ora in ambito Dunlavy ho finito gli acquisti ad eccezione della singola SC-I che sto ancora cercando…in compenso avrei trovato in Italia il surrogato più prossimo: una SC-I.CC che era in sostanza una SC-I con frontale inclinato per impieghi home theatre la quale mi rafforza il sospetto che nel Bel Paese il marchio DAL (Dunlavy Audio Lab) sia stato importato solo nell’unico anno di esistenza senza John Dunlavy ovvero dal 2001 al 2002 anno in cui il marchio chiuse l’attività. I modelli che ho trovato in vendita in Italia sono stati prodotti tutti solo in quell’anno.
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Re: Dunlavy SC-II
con feltri senza griglie
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Re: Dunlavy SC-II
Risposta in frequenza, in fase e al gradino di tensione. Un altro diffusore a fase minima.
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Re: Dunlavy SC-II
L'asticella è posta molto in alto ma è un tipo di sfida che mi entusiasma e su cui ritengo che i trent'anni di sviluppo delle DSL possano comunque venirmi utili.
Massimo
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Re: Dunlavy SC-II
In the case of the Dunlavy, the main recipe is applied to the filter design if I'm not mistaken, why can't we achieve the same result with loudspeakers on offset planes?
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Re: Dunlavy SC-II
You can also obtain the same measurement result with a speaker with a conventional and stepped loudspeaker arrangement (with microphone placed at a certain distance and at a certain height which must be declared) but you are halfway there because you would still have image distortion due to the arrangement of the loudspeakers... .you can have the total simulation of a single-way loudspeaker (in this case almost free of defects) only with MTM configuration In phase (and in a sealed box)
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Re: Dunlavy SC-II
Anche le SM-I dovrebbero andar bene, riuscendone a trovare una coppia. Il modello è questo:M.Ambrosini ha scritto: ↑dom 26 mag 2024, 18:53....
Ora in ambito Dunlavy ho finito gli acquisti ad eccezione della singola SC-I che sto ancora cercando…in compenso avrei trovato in Italia il surrogato più prossimo: una SC-I.CC che era in sostanza una SC-I con frontale inclinato per impieghi home theatre la quale mi rafforza il sospetto che nel Bel Paese il marchio DAL (Dunlavy Audio Lab) sia stato importato solo nell’unico anno di esistenza senza John Dunlavy ovvero dal 2001 al 2002 anno in cui il marchio chiuse l’attività. I modelli che ho trovato in vendita in Italia sono stati prodotti tutti solo in quell’anno.
https://www.audiogon.com/listings/lisa0 ... id=1&pid=6
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Re: Dunlavy SC-II
Sfondi una porta aperta David...solo che penso siano in assoluto le Dunlavy più rare....davefries ha scritto: ↑mar 28 mag 2024, 16:10Anche le SM-I dovrebbero andar bene, riuscendone a trovare una coppia. Il modello è questo:M.Ambrosini ha scritto: ↑dom 26 mag 2024, 18:53....
Ora in ambito Dunlavy ho finito gli acquisti ad eccezione della singola SC-I che sto ancora cercando…in compenso avrei trovato in Italia il surrogato più prossimo: una SC-I.CC che era in sostanza una SC-I con frontale inclinato per impieghi home theatre la quale mi rafforza il sospetto che nel Bel Paese il marchio DAL (Dunlavy Audio Lab) sia stato importato solo nell’unico anno di esistenza senza John Dunlavy ovvero dal 2001 al 2002 anno in cui il marchio chiuse l’attività. I modelli che ho trovato in vendita in Italia sono stati prodotti tutti solo in quell’anno.
https://www.audiogon.com/listings/lisa0 ... id=1&pid=6
Hanno gli stessi altoparlanti delle SC-II in un volume più ridotto (per cui con minore estensione in basso)
Massimo
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Re: Dunlavy SC-II
Dalle informazioni che sto leggendo in rete non sembrano abbastanza affidabili questi Dunlavy...
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Re: Dunlavy SC-II
Anche le Grundig non lo sono se finiscono nelle mani sbagliate...
Se volete i volumi di un grosso monitor JBL o similari direi che le Dunlavy non sono indicate (ne' lo sarebbero le DSL II phased...). E' ovvio che un tweeter da 25mm tagliato con un 6dB/oct non possa fare miracoli di tenuta in potenza....se poi pensi che in US, dove tutto "più grande è meglio è" hanno venduto soprattutto le grosse Dunlavy (dalle SC-IV a salire) e le pilotavano con ampli che minimo erano dei 100Watt/ch va da se che il tweeter (che era sempre lo stesso e sempre filtrato all'incirca allo stesso modo) non potesse fare miracoli. A ciò va aggiunto che con amplificazioni non CCI sei portato ad alzare di più il volume perchè non esce nulla di sonoro: l'ambiente inciso sul disco viene maggiormente nascosto e noi ci regoliamo di conseguenza alzando di più il volume (anche se poi da fastidio appena alzi) mentre con ampli full CCI bastano pochi watt per riempire di suono una stanza.
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Re: Dunlavy SC-II
Una cosa non mi è chiara, dai test fatti da Stereophile sulle SC-I si rileva che la frequenza di incrocio tra le due vie è posta a 3500Hz circa. Ma in questo modo non si viene a creare un battimento tra i due mid-woofer? La frequenza di taglio dovrebbe essere molto più bassa ma capisco che poi la tenuta in potenza del tweeter sarebbe troppo bassa. Tenersi il battimento è considerato un male 'minore'?
Gianfranco
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Re: Dunlavy SC-II
E' il motivo per cui dicevo che vanno ascoltate in asse...fuori asse hai una risposta in frequenza a pettine
Massimo
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Re: Dunlavy SC-II
Già...ma averne di coperte corte che non sono più corte a fronte del rispetto di una semplice indicazione. Diciamo che è il tipo di "coperta corta" che meglio mi si addice

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Re: Dunlavy SC-II
Ma quindi non sarebbe meglio orientarle verso il punto d'ascolto? Altrimenti devi metterle molto vicine inficiando la stereofonia oppure devi ascoltare ad una distanza che non tutti hanno a disposizione.
Gianfranco
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Re: Dunlavy SC-II
Parliamo dell'altro asse Gianfranco...devi stare a sedere in modo da avere le orecchie all'altezza del tw tutto qui.Gianfranco ha scritto: ↑mer 29 mag 2024, 18:00Ma quindi non sarebbe meglio orientarle verso il punto d'ascolto? Altrimenti devi metterle molto vicine inficiando la stereofonia oppure devi ascoltare ad una distanza che non tutti hanno a disposizione.
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Re: Dunlavy SC-II
Come la spieghi da un punto di vista teorico? Sono in coerenza di fase….
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Re: Dunlavy SC-II
Dal punto di vista teorico una maggior rilevanza a fronte della maggior vicinanza alla parete di fondo ci sta tutta ma...con le SCIIIA che andavano a un metro dalla parete di fondo erano peggiorativi mentre con le aktiv50 posizionate quasi alla stessa distanza erano migliorativi....quindi o c'è una variabile in più che al momento mi sfugge (pensavo fosse la coerenza temporale a fare la differenza con i cilindri ma le SC-II mi dimostrano che così non è ) oppure....devo riprovare sia le SC-IIIA che le SC-I con i cilindri ma...lo farò con mooolta calma visto che comincia a fare caldo in mansarda

Massimo
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Re: Dunlavy SC-II
"(simili ai baffi laterali delle DSL…fa piacere che certe pensate non vengano in mente solo a me
)"
Impareggiabile . . .

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Re: Dunlavy SC-II
Che rapporto utilizzi, in questo caso, per la distanza tra i due diffusori e distanza del punto d'ascolto? 1:1,5 o più? Perché ho notato una certa perdita di stereofonia per rapporti maggiori ad una volta e mezzo la distanza tra i diffusori. Per capirci, se hai i diffusori a un metro e mezzo tra loro e poni il punto d'ascolto a 4 metri, perdi una buona parte di localizzazione spaziale.
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Re: Dunlavy SC-II
Non concordo....ho gli SC-II a poco più di 110cm tra loro e sono come punto di ascolto a 3,20 metri.Gianfranco ha scritto: ↑dom 23 giu 2024, 10:28Che rapporto utilizzi, in questo caso, per la distanza tra i due diffusori e distanza del punto d'ascolto? 1:1,5 o più? Perché ho notato una certa perdita di stereofonia per rapporti maggiori ad una volta e mezzo la distanza tra i diffusori. Per capirci, se hai i diffusori a un metro e mezzo tra loro e poni il punto d'ascolto a 4 metri, perdi una buona parte di localizzazione spaziale.
La localizzazione spaziale dipende in principal modo dalla trasparenza di ciascun elemento della catena...
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Re: Dunlavy SC-II
L'orecchio umano è in grado di risolvere due sorgenti (reali o virtuali) se queste sono separate da almeno 6 gradi.
Con un trio jazz con il sax a sinistra, il basso al centro e la batteria a destra, ad esempio, siamo in grado di risolvere in qualsiasi caso le sorgenti. Immagina invece di risolvere una orchestra sinfonica... Ecco, gran parte degli strumenti vicini tra loro e simili per volume e timbro non vengono risolti.
Questo succede anche in un auditorium, più ti allontani dal palco e meno localizzazione spaziale hai. A casa è la stessa cosa.
È fisiologia, la trasparenza c'entra poco.
Con un trio jazz con il sax a sinistra, il basso al centro e la batteria a destra, ad esempio, siamo in grado di risolvere in qualsiasi caso le sorgenti. Immagina invece di risolvere una orchestra sinfonica... Ecco, gran parte degli strumenti vicini tra loro e simili per volume e timbro non vengono risolti.
Questo succede anche in un auditorium, più ti allontani dal palco e meno localizzazione spaziale hai. A casa è la stessa cosa.
È fisiologia, la trasparenza c'entra poco.
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Re: Dunlavy SC-II
C'è chi ama l'ascolto in prima fila e chi in fondo al teatro...Gianfranco ha scritto: ↑dom 23 giu 2024, 18:19più ti allontani dal palco e meno localizzazione spaziale hai. A casa è la stessa cosa.
Per le mie orecchie il punto è avere il miglior equilibrio timbrico possibile a fronte della miglior accuratezza tridimensionale...ovvero il non perdere suoni per strada. A ME non interessa localizzare lateralmente il violino che sta in orchestra un metro più a sinistra di un altro...non me ne frega proprio nulla...mi interessa però sentire le minime sfumature tonali che tale violino è in grado di proporre.
Il posizionamento di un diffusore rispetto ad un altro purtroppo non è "aggratisse" ma comporta un cambiamento della risposta in frequenza in gamma bassa e mediobassa (ovvero un ulteriore rinforzo nonchè uno speaker-dip a fronte di segnali che in gamma bassa sono molto simili tra i due canali) che è MOLTO più influente sul risultato. La larghezza/grandezza percepita all'ascolto è inoltre MOLTO influenzata dalla ricchezza armonica (leggi trasparenza) e dalla pienezza del suono. Se poi a te questo non interessa ma privilegi distaccare molto i diffusori per avere una sorta di triangolo equilatero per carità...de gustibus...ciascuno per fortuna ascolta a casa propria e mette a punto il suo sistema come meglio ritiene opportuno. L'immagine del mio sistema è uno degli aspetti maggiormente apprezzati da chi passa ad ascoltarlo (...e lo era anche prima che arrivassero le Dunlavy)
Massimo
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Re: Dunlavy SC-II
Mi sono imbattuto anch'io in questo confronto, e alla fine anch'io ho privilegiato l'aspetto timbrico, con diffusori più vicini, all'immagine...... Eppure per me tempo fa l'immagine era tutto.....
L'immagine resta, forse un po' più piccola e con meno separazione, ma l'aspetto timbrico per me ha la precedenza.
Non mi interessa localizzare meglio uno strumento se me lo godo meno dal punto di vista timbrico.....
Ho ricevuto critiche al riguardo, ma tant'è.....
L'ascolto è sempre un compromesso e chi valuta può sempre trovare qualcosa che va o che nn va, ma alla base di tutto c'è il timbro e la tridimensionalità.
L'immagine resta, forse un po' più piccola e con meno separazione, ma l'aspetto timbrico per me ha la precedenza.
Non mi interessa localizzare meglio uno strumento se me lo godo meno dal punto di vista timbrico.....
Ho ricevuto critiche al riguardo, ma tant'è.....
L'ascolto è sempre un compromesso e chi valuta può sempre trovare qualcosa che va o che nn va, ma alla base di tutto c'è il timbro e la tridimensionalità.
- Gianfranco
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Re: Dunlavy SC-II
A leggervi sembra che una cosa escluda l'altra e non è così.
Io non ascolto al vertice di un triangolo equilatero, infatti parlavo di un rapporto 1:1,5 che è un triangolo isoscele.
Un rapporto 1:3 o 1:3,5 mi sembra troppo penalizzante, Dunlavy stesso consigliava di distanziare le casse fissando il punto d'ascolto ideale a ben 4 metri (averceli...).
Io non ascolto al vertice di un triangolo equilatero, infatti parlavo di un rapporto 1:1,5 che è un triangolo isoscele.
Un rapporto 1:3 o 1:3,5 mi sembra troppo penalizzante, Dunlavy stesso consigliava di distanziare le casse fissando il punto d'ascolto ideale a ben 4 metri (averceli...).
Gianfranco
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Re: Dunlavy SC-II
Nel mio ambiente, con i miei diffusori (distanziati sui 115 cm) sono arrivato alle conclusioni di cui sopra.
Con diffusori con woofers di 30/40cm e in altri ambienti forse il discorso potrebbe cambiare......
Con diffusori con woofers di 30/40cm e in altri ambienti forse il discorso potrebbe cambiare......
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Re: Dunlavy SC-II
The localization of instruments is a phantasm for audiophiles…in true life, there is only few instruments who can be localized like trumpets or similar instruments. Most of the time in a concert, you willl listen a wave of music / sounds
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Re: Dunlavy SC-II
L'immagine migliore l'ho ottenuta con le stra Vintage Saba III A con woofer da 30 cm e medio ovale in carta di dimensioni abbastanza grandi.
Li c'era corpo ed una super immagine, peccato per l'estremo alto non eccezionale.
Con quel woofer le potevo posizionare molto distanti.... Grandissima immagine.
Li c'era corpo ed una super immagine, peccato per l'estremo alto non eccezionale.
Con quel woofer le potevo posizionare molto distanti.... Grandissima immagine.
- M.Ambrosini
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Re: Dunlavy SC-II
A poco più di quattro mesi da quando le ho ricevute inizio solo ora ad apprezzare fino in fondo le potenzialità di queste SC-II. Sia il "metodo di accoppiamento diffusori al suolo" non ancora affinato e sia una fase 220v invertita (tanto per cambiare*) sul cd960 mi avevano fatto preferire recentemente le SC-IIIA con woofer scollegato ma...con gli adeguati correttivi la prima installazione qui raffigurata con griglie in posizione e con diffusori vicini (15cm misurati da dietro) alla parete di fondo è (quando tutto è a posto...) la soluzione ideale per queste SC-II che comporta il risultato più "live" che io ricordi di avere mai ascoltato in vita mia.
Impianto costituito da: cd960LT, pre LT MA10tp + finale LT MA50 + Dunlavy SC-II.
Qualcosa si potrebbe ulteriormente migliorare togliendo la tela (ma NON la griglia), cosa fattibile dal momento che è tenuta col biadesivo ma...se penso alla difficoltà per un eventuale rimontaggio della medesima...mi passa subito la voglia di farlo.
Mi "accontento" così
Oggi mi sono riportato a casa i mobili laccati delle nuove DSL II phased e da domani riprendono i lavori per arrivare a creare questo diffusore che spero possa essere un adeguato concorrente delle SC-II.
* non è la prima ne probabilmente sarà l'ultima volta che mi capita di scordare il verso della spina di corrente invertita rispetto alla posizione corretta sul lettore cd: mi capita quando provo altre sorgenti (per verificarne la messa a punto) che possono avere come miglior soluzione il verso della spina diverso e poi finito il tutto...mi scordo di rigirare la spina!
Impianto costituito da: cd960LT, pre LT MA10tp + finale LT MA50 + Dunlavy SC-II.
Qualcosa si potrebbe ulteriormente migliorare togliendo la tela (ma NON la griglia), cosa fattibile dal momento che è tenuta col biadesivo ma...se penso alla difficoltà per un eventuale rimontaggio della medesima...mi passa subito la voglia di farlo.
Mi "accontento" così

Oggi mi sono riportato a casa i mobili laccati delle nuove DSL II phased e da domani riprendono i lavori per arrivare a creare questo diffusore che spero possa essere un adeguato concorrente delle SC-II.
* non è la prima ne probabilmente sarà l'ultima volta che mi capita di scordare il verso della spina di corrente invertita rispetto alla posizione corretta sul lettore cd: mi capita quando provo altre sorgenti (per verificarne la messa a punto) che possono avere come miglior soluzione il verso della spina diverso e poi finito il tutto...mi scordo di rigirare la spina!
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Re: Dunlavy SC-II
A occhio la luce interna tra i diffusori è meno di un metro..
Credo di dover provare a stringere ulteriormente le sl 1000 che nella mia stanzetta vedono una luce di un metro circa...
Credo di dover provare a stringere ulteriormente le sl 1000 che nella mia stanzetta vedono una luce di un metro circa...

- a.corbis
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Re: Dunlavy SC-II
Per tenerle più larghe, credo che si dovrebbe togliere un po’ di intonaco sulla volta a destra della mansardina……. Naturalmente è una battuta Massimo!!
. Saluti a tutti. Angelo


- M.Ambrosini
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Re: Dunlavy SC-II
Tra i due assi di simmetria ci sono esattamente 115cm. Più o meno la distanza a cui tenevo le DSL.
Le ragioni per cui preferisco tenere vicini i diffusori (più alcuni di altri) sono spiegate in fondo a questo
topic: viewtopic.php?f=5&t=2239
Massimo
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Re: Dunlavy SC-II
Come invece vedete normalmente installati i diffusori MTM (non solo i Dunlavy) è sul lato corto della stanza in vicinanza delle pareti laterali ed inclinate verso il punto di ascolto. Questa soluzione (abbastanza simile in gamma bassa) ha un apparente vantaggio (immagine più larga) ma comporta almeno due considerevoli svantaggi.
Gli svantaggi sono:
1) data il ragguardevole angolo di emissione che il tweeter dovrebbe avere per raggiungere le orecchie dell'ascoltatore, si è costretti ad inclinare i diffusori verso il punto di ascolto per evitare attenuazioni della gamma alta. Ciò comporta la distorsione d'immagine "simil ascolto in cuffia" in quanto i due diffusori nei confronti della parete di fondo hanno riflessioni ben diverse e si comportano in modo ben diverso dall'essere due sorgenti di suono identiche come invece vuole la concezione stessa della stereofonia di Alan Blumlein. Per avere due sorgenti identiche queste (oltre ad essere tra loro costruttivamente identiche) devono interfacciarsi alla stanza nello stesso modo e quindi per un MTM la soluzione ideale (da questo punto di vista) è disporre i diffusori paralleli alla parete di fondo.
2) essendo vicine alle pareti laterali l'energia riflessa anche sulla medioalta è considerevole e questo va a compromettere la definizione in modo evidente (salvo non trattare acusticamente tali pareti)
La soluzione invece che utilizzo da anni (soprattutto con i diffusori MTM) comporta l'intallazione sul lato largo della stanza ovvero (come da metodo) quanto più possibile distante dalle pareti laterali.
L'unico svantaggio (solo apparente) è che dovendo porre i diffusori più vicini tra loro l'immagine risulta meno ampia in larghezza ma...preferite un'immagine più libera e decisamente più spontanea dai diffusori o una all'apparenza più larga (e magari vuota nel centro...) ma con un suono più vincolato nei diffusori ?
A me i vincoli danno l'allergia per cui mi è stato facile rispondere...
Gli svantaggi sono:
1) data il ragguardevole angolo di emissione che il tweeter dovrebbe avere per raggiungere le orecchie dell'ascoltatore, si è costretti ad inclinare i diffusori verso il punto di ascolto per evitare attenuazioni della gamma alta. Ciò comporta la distorsione d'immagine "simil ascolto in cuffia" in quanto i due diffusori nei confronti della parete di fondo hanno riflessioni ben diverse e si comportano in modo ben diverso dall'essere due sorgenti di suono identiche come invece vuole la concezione stessa della stereofonia di Alan Blumlein. Per avere due sorgenti identiche queste (oltre ad essere tra loro costruttivamente identiche) devono interfacciarsi alla stanza nello stesso modo e quindi per un MTM la soluzione ideale (da questo punto di vista) è disporre i diffusori paralleli alla parete di fondo.
2) essendo vicine alle pareti laterali l'energia riflessa anche sulla medioalta è considerevole e questo va a compromettere la definizione in modo evidente (salvo non trattare acusticamente tali pareti)
La soluzione invece che utilizzo da anni (soprattutto con i diffusori MTM) comporta l'intallazione sul lato largo della stanza ovvero (come da metodo) quanto più possibile distante dalle pareti laterali.
L'unico svantaggio (solo apparente) è che dovendo porre i diffusori più vicini tra loro l'immagine risulta meno ampia in larghezza ma...preferite un'immagine più libera e decisamente più spontanea dai diffusori o una all'apparenza più larga (e magari vuota nel centro...) ma con un suono più vincolato nei diffusori ?
A me i vincoli danno l'allergia per cui mi è stato facile rispondere...
Massimo
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Re: Dunlavy SC-II
Massimo, dall'immagine sembra un ascolto in mono

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Re: Dunlavy SC-II
Se cliccate sulla foto si vede meglio...lo sviluppo verticale accentuato della cassa da l'impressione che siano più vicine.
L'apparenza inganna...SEMPRE.
Massimo
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Re: Dunlavy SC-II
Quando dici assi di simmetria intendi il centro della cassa , io intendevo la distanza tra le parti interne che a occhio mi sembra sui 90 cm..o mi sbaglio?M.Ambrosini ha scritto: ↑mer 2 ott 2024, 16:43Tra i due assi di simmetria ci sono esattamente 115cm. Più o meno la distanza a cui tenevo le DSL.
Le ragioni per cui preferisco tenere vicini i diffusori (più alcuni di altri) sono spiegate in fondo a questo
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Re: Dunlavy SC-II
In generale è più corretto misurare sempre l'interasse dal momento che la larghezza dei vari diffusori è diversa ma comunque è una distanza che è da ricavare sempre in funzione della propria intallazione nella propria stanza e con i propri diffusori...quindi la distanza ottimale tra le tue SL1000 potrebbe essere diversa se questo è il motivo della tua domanda.
Massimo