Convinzioni

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M.Ambrosini
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Convinzioni

Messaggio: # 4855Messaggio M.Ambrosini
sab 17 nov 2018, 17:42

95%...è all’incirca il numero di appassionati che ha in casa il miglior impianto del mondo!
Pensate che questa percentuale sia eccessiva? Forse lo è, ma per difetto. E al di la di questa convinzione poi si cambiano continuamente apparecchi, segno che la soddisfazione proclamata è in realtà solo di superficie.
Ciascuno del resto assembla con passione il proprio sistema e lo fa utilizzando quei prodotti verso cui nutre ammirazione e sulla cui validità è convinto. Ricordo una persona, convintissima del proprio recente acquisto (un preamplificatore da svariate migliaia di euro che alla risposta in frequenza tagliava decisamente la gamma bassa) affermare di avere ottenuto una rivoluzione nel proprio impianto con una pulizia che tutti gli altri preamplificatori si sognavano! E altro non faceva che togliere l'esaltazione sul basso che avevano i suoi diffusori in quell'ambiente.
Credete sia una mosca bianca questa persona? No, non lo è affatto. Oserei dire anzi che è quasi consuetudine tra gli appassionati non avere la minima consapevolezza tecnica degli oggetti con cui si ha a che fare. Il più delle volte quindi, senza averne consapevolezza, si tende a compensare una situazione deficitaria con il difetto complementare. Altro esempio equivalente ma opposto è quello di chi adotta il loudness cercando di compensare in tal modo le carenze di estensione sul basso del proprio diffusore nel proprio ambiente, o di chi smussa la gamma alta con un apparecchio per cercare di non sentire le asprezze generate da un altro. Purtroppo ottenere un decente equilibrio per compensazione di più sbilanciamenti opposti, non porta affatto al medesimo risultato in termini di qualità assoluta rispetto a quanto ottenibile a fronte di elementi in cui, per ciascuno dei quali, venga curata sia la linearità che la sonorità: se si ha una ruota sgonfia in un'auto non si risolve il problema caricando maggiore peso sulle altre tre ruote

Da anni ormai in campo automobilistico sono state brevettate le sospensioni elettromagnetiche Bose, un tipo di sospensione che comporta, ad un costo un poco più alto delle sospensioni convenzionali, un comfort imbattibile. Eppure sembra che nessun marchio commerciale sia interessato ad adottarle proprio perché l’aspetto “comfort” non interessa un granché alla clientela (si pensa normalmente ai sedili e non alle sospensioni) e ancor meno se questo comporta una maggiore spesa. Enormi investimenti invece vengono fatti per migliorare la rifinitura estetica ed i vari automatismi. Tutto questo trova molte similitudini nell’alta fedeltà odierna in cui il grado di rifinitura nei prodotti ha decretato il successo di marchi (anche italiani) che altrimenti non sarebbero mai e poi mai stati presi in seria considerazione per il modo che hanno di riportare musica in stanza.
L’aspetto estetico è quindi un fattore assolutamente fondamentale per la scelta, direi anzi prioritario. Ma c’è ovviamente altro, che ancora non ha nulla a che fare con l’ascolto ma bensì con il convincimento.
Qual è quindi la molla, oltre all’aspetto estetico, che smuove la curiosità dell’appassionato medio?
Può non piacere ma la maggior parte delle persone sono attratte dalla diversità in quanto ciò appare la cosa più distante possibile dalla quotidiana banalità. Del resto siamo esseri viventi e il quotidiano ripetersi non entusiasma certo nessuno.
E sulla propensione a proporre “diversità” il bel paese offre un proliferare di “inventori” che nulla ha da invidiare ad altri paesi.
Interessante è osservare che, in alternativa ai “professionisti” galletti che si scannano sui forum, alcuni discreti ma scaltri individui che se ne stanno lontano da polemiche e battibecchi, si propongono in modo serio e professionale a partire dal loro sito curatissimo e che parrebbe essere a tutti gli effetti il sito di una ditta (quando invece così non è) utilizzando quelle tre lettere magiche “Ing” che aprono tante porte mentali come per incanto nella testa degli appassionati, rendendo credulone in un istante colui che è istintivamente scettico. E sempre in quell’istante ci si scorda di quell’enorme mole di apparecchi di grossi marchi che nella propria vita abbiamo ascoltato e scartato e che sempre da “Ing” sono stati progettati. Ma questo lo si dimentica sempre quando queste tre lettere sono dinanzi a noi in carne ed ossa e ci proponono qualcosa di "diverso". E nel momento in cui si è propensi a credere alla persona che si ha di fronte (non verificando PRIMA con criticità i fatti ma credendo a belle parole a cui i fatti che seguono sono proforma in menti già convinte), quella persona può raccontarci qualunque cosa, anche che gli asini volano e noi penseremo che non ci sta prendendo in giro ma che questo fantastico “Ing” è riuscito a fare volare gli asini! Strano però che non li abbia brevettati.

Al di la dei proclami che persone più o meno scaltre possono fare, l'applicazione dello scibile attuale ben poche volte trova corrispondenza col risultato atteso all'ascolto. E questo perché la conoscenza tecnica comune dei fenomeni che concorrono nel creare sonorità è limitata in quanto non vengono considerate alcune importanti variabili in gioco. Già questa considerazione però non trova tutti d’accordo ed ancora oggi alcuni (per fortuna pochi) addetti ai lavori suppongono che tutto sia misurabile e l’ascolto vada di pari passo con le misure.
Chi è dotato di un paio di orecchie ben funzionanti (e sufficientemente libere da “convinzioni”) si è reso conto da tempo che ciò è altrettanto privo di fondamento di quanto lo sia il suo opposto.
Si commettono grossolani errori, che come tutti gli errori si pagano di tasca propria, sia trascurando totalmente le misure e sia erigendole ad unico modo per valutare un apparecchio.
In quella sottile via mediana tracciata dal buon senso che valuta con l’orecchio sia ciò che esprime una misura (valutando quanto questa sia o meno udibile) e sia ciò che va oltre qualunque misura, risiede il giusto approccio, lo stesso che i grandi del passato applicavano (vedi le considerazioni sull'ascolto di scienziati quali Oskar Heil qui ).
Nel bel paese, allo stato attuale delle cose, mi pare di scorgere un proliferare di realtà in cui si passa dall’estremo di misteriose circuitazioni amplificatrici che addirittura "si adattano al carico dopo un'ora” ma di cui non è dato sapere nulla, nemmeno una banale risposta in frequenza, all’estremo opposto in cui si decreta che se un sistema di altoparlanti ha una bassa distorsione e una decente risposta in frequenza in ambiente allora matematicamente suona bene.
In entrambi i casi chi promuove questi approcci è molto bravo nel convincere nuovi adepti, almeno tra coloro che non sono particolarmente brillanti nell'applicazione del “comune” buon senso. Le virgolette sono per sottolineare che questo aspetto è sempre meno comune di quanto sarebbe auspicabile. E purtroppo il buon senso non si insegna in nessuna scuola ed in nessun forum.

Un altro aspetto su cui occorrerebbe meditare è la propensione dei costruttori che producono solo una tipologia di apparecchi (non importa se questi siano sorgenti, amplificazioni o diffusori acustici) a non fornire alcuna indicazione sulla composizione di un sistema completo. Se io (ipotetico costruttore) costruisco un amplificatore e lo ascolto andare al meglio in una determinata catena, dovrei per correttezza almeno informare la mia clientela sulla composizione dettagliata di quella catena completa (almeno una) che permette di fare esprimere compiutamente quanto produco.
Il punto è che gli “ottimi risultati” sempre pubblicizzati, non sono dai costruttori mai verificati sul campo come tali ma rimangono sempre “teorici” in quanto le catene assemblate dai medesimi costruttori, permettono mediamente solo risultati mediocri (...c'è sempre qualcos'altro a cui viene additata la colpa della mediocrità del risultato) per cui non vengono date indicazioni chiare e precise per comporre un ottimo sistema semplicemente perché non le si conoscono.
Sarà l’appassionato (sulle sue tasche) a decidere come meglio comporre il suo sistema verificando, come di solito accade, che le potenzialità “fantastiche” di un prodotto sono il più delle volte totalmente ordinarie. Comodo lavarsene le mani e badare solo a creare fantastiche illusioni.
Personalmente credo sia ormai arrivato il tempo in cui andrebbe richiesto come atto di serietà a ciascun costruttore la demo del proprio "suono completo" in modo da potersi rendere conto fin da subito se il “film” che si guarda è di proprio gradimento oppure no. Dovrebbe esistere un "welfare" specifico per tutelare gli appassionati di alta fedeltà, con l'obbligo da parte del costruttore di fornire indicazioni chiare e precise come su un manuale d’uso, ma che riguardano non il singolo apparecchio bensì la composizione di un sistema completo.
Massimo

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