Liberarsi dai pregiudizi? Le abitudini di ascolto

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myfisite
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Liberarsi dai pregiudizi? Le abitudini di ascolto

Messaggio: # 13039Messaggio myfisite
dom 15 nov 2020, 18:24

Una cosa che mi ha sempre affascinato è la variabilità del giudizio soggettivo di fronte alla riproduzione musicale attraverso un impianto audio. Si parla spesso di "educazione all'ascolto" ma cosa si intende realmente? Anche a me capita sovente di trovarmi disorientato quando assisto a sessioni d'ascolto in ambienti acusticamente non familiari, a casa di amici, oppure nelle salette di un'esposizione. Molti anni fa, più giovane ed inesperto, mi lanciavo comunque in giudizi d'ascolto con una certa sicurezza (e sicumera, aggiungerei) ma col tempo mi accorsi che spesso sbagliavo, che lo stesso oggetto che magari avevo giudicato negativamente in un ambiente diverso dal mio, una volta portato a casa mi sorprendeva invece in modo positivo. Una parte di questo fenomeno è certamente spiegabile con la differente risposta ambientale ma rimane comunque un aspetto psicoacustico che è molto radicato. Talvolta si viene invitati ad ascoltare "senza pregiudizi": ma è realmente possibile?

Una risposta parziale a questo problema la danno alcuni esperimenti eseguiti nei primi anni della riproduzione audio quando uomini ingegnosi posero le basi dell'alta fedeltà. Nel 1945 Howard Chinn e Philip Eisenberg fecero degli studi per la CBS ai fini di determinare quale estensione di frequenza riprodotta fosse preferibile per la maggior parte di persone. Prepararono tre impianti audio: uno con risposta in frequenza molto estesa per l'epoca (da 40 a 10.000 Hz), uno con risposta in frequenza mediamente estesa (da 80 a 7.000 Hz) e uno con estensione limitata (da 180 a 4.000 Hz). La stessa registrazione venne riprodotta attraverso i tre impianti e, incredibilmente, la maggioranza degli ascoltatori preferì il sistema con estensione limitata. Al secondo posto risultò quello con estensione media e infine si classificò quello con maggiore estensione. Insomma, un risultato del tutto anti-HiFi.

I ricercatori rimasero disorientati e diedero la colpa alla elevata distorsione dei sistemi impiegati dove, in base agli studi effettuati da Olson, la sua udibilità era maggiore nei sistemi con frequenza più estesa. Perciò alcuni anni dopo lo stesso esperimento venne ripetuto con impianti audio migliori da Roger Kirk per l'università dell'Ohio. Però i risultati furono del tutto equivalenti. Allora Kirk divise i soggetti in tre gruppi e per sei settimane li sottopose a sedute di ascolto regolari: il primo gruppo ascoltava l'impianto con maggiore estensione in frequenza, il secondo ascoltava l'impianto con estensione media, il terzo gruppo non ascoltò nulla. Ebbene, al termine delle sei settimane, venne rifatto l'esperimento iniziale e il risultato fu notevolmente differente: il primo gruppo preferì l'impianto con maggiore estensione, il secondo gruppo preferì quello con media estensione, il terzo non aveva cambiato opinione.

Esiste quindi un certo di tipo di assuefazione all'ascolto della musica riprodotta che ci portiamo dentro nel nostro cervello e, anche se possiamo educare a poco a poco l'orecchio ad una qualità sempre maggiore anche con l'ascolto di musica dal vivo, possiamo fare poco o nulla per liberarci del tutto da questo "pregiudizio" che ci condiziona quando ascoltiamo qualcosa di differente da ciò a cui siamo abituati.

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Marco A.

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