Manoscritti medievali e progresso

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myfisite
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Manoscritti medievali e progresso

Messaggio: # 21471Messaggio myfisite
sab 20 apr 2024, 18:52

Oggi copiare è considerato una cosa spregevole, soprattutto in arte e in letteratura. Il plagio è anatema. Nell'Europa medievale, invece, chi copiava era ammirato. Gli artisti imparavano ad imitarsi a vicenda. Ogni manoscritto medievale, a meno che si trattasse di una nuova opera, era necessariamente una copia di qualcos'altro. Gli scribi riproducevano manoscritti già esistenti e cercavano di copiare il più accuratamente possibile tutti i dettagli, persino il tipo di carattere e le illustrazioni. Motivi e formule ereditati venivano diligentemente replicati, la auctoritas (al contrario di oggi dove il termine "autorità" ha una valenza differente) significava sempre il rispetto dovuto all'auctor di un'opera e non necessariamente un pedante ossequio e rinuncia alla funzione critica. Nel medioevo si riconosceva con tale ammirazione la grandezza della cultura greca e romana che oggi è possibile ammirare nella biblioteca di Leida gli Aratea, un manoscritto di inizio IX secolo che è una copia di un manoscritto romano (perduto) del IV secolo che è una traduzione dal greco di un antico libro di costellazioni astronomiche: i Phenomena di Arato di Soli del III secolo a.C. (perduto anch'esso). Il volume di Leida è stato riprodotto così fedelmente che, a prima vista, si potrebbe prenderlo per un manoscritto originale del tardo impero romano. Lo stile pittorico è simile agli affreschi di Pompei; la scrittura, in belle capitali rustiche, sembra assolutamente autentica; anche la forma quadrata è del tutto classica (tipica dell'uso del papiro). Insomma, copiare era un vero e proprio riconoscimento della validità del lavoro fatto da chi veniva prima. Oggi invece abbiamo perso la capacità di stupirci delle cose del passato (non solo di quello remoto ma anche di quello prossimo), di riconoscerne il valore e di saper ammettere l'esistenza dei nostri limiti. In alcuni casi, un'idea deformata di progresso non è altro che un mito inculcato, un randello per spazzare via tutto, una scusa per non chinarsi a vedere da vicino che cosa ha fatto chi ci precedeva, un metodo sbrigativo e veloce per voltare pagina e non impegnarsi: tanto quello che verrà domani sarà necessariamente migliore. Pensare che esista un "cammino della tecnica" che progressivamente procede dal buio verso la luce significa semplicemente essere massoni. Purtroppo nel nostro settore l'umiltà è merce rara: l'unico apparecchio che viene replicato in modo fedele come si faceva con i manoscritti medievali è il diffusore LS3/5a. Ma pure qui c'è chi esagera e pretende di migliorare un apparecchio che ha già il suo equilibrio, che è da prendere così come è. Anzi credo che, se non fosse per il mercato, farebbero volentieri a meno di riprodurre quelle piccole e obsolete "scatole di scarpe". Già li sento gli ingegneri mugugnare tra i denti che oggi avremmo altoparlanti e componenti molto più avanzati. E per venire a noi, immagino il nostro Massimo che si fermò come uno scriba medievale davanti a un manoscritto antico quando scoprì per la prima volta con stupore i vecchi apparecchi Grundig venuti dal passato. Ne intuì e colse a poco a poco il valore, senza liquidarli più o meno frettolosamente con un: "tanto oggi si può facilmente fare di meglio". E i consigli ripetuti alla nausea di non manipolare gli apparecchi Grundig non mi paiono certo dovuti a forme di conservatorismo ma dal lasciarsi investire dal rispetto nei confronti dell'auctor di un'opera del passato.


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Marco A.

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