Per tornare in argomento, il contenuto giornalistico delle nuove riviste si differenzia da quelle di molti anni fa non tanto e non solo per il contenuto tecnico ma soprattutto per un notevole impoverimento del linguaggio. Questo non vale solo per le pubblicazioni del nostro settore ma si estende anche a tutti i media in generale: diversi studi dimostrano, dati alla mano, una generale diminuzione di conoscenza lessicale e impoverimento della lingua negli ultimi decenni. Ma non si tratta solo della riduzione del vocabolario utilizzato, ma anche di quelle sottigliezze linguistiche che permettono di elaborare e formulare un pensiero complesso. Senza parole per costruire un ragionamento, il pensiero complesso è reso impossibile. Più povero è il linguaggio, più il pensiero scompare. La storia mostra come tutti i regimi totalitari abbiano sempre ostacolato il pensiero, attraverso una riduzione del numero e del senso delle parole: se non esistono pensieri, non esistono pensieri critici.
Perciò il mio invito per le prossime vacanze è quello di dedicarsi alla lettura di quei libri che avete sempre considerato un po' difficili o al di sopra delle vostre possibilità, perché in questo sforzo c'è la libertà. Lasciate sulle bancarelle i tutorial, i romanzi facili dal lessico banale, spegnete la radio e la tv, i veri artefici dell'impoverimento della mente umana e osate di più. Buone letture.
