Inciampando in un vecchio post...(i)

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M.Ambrosini
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Inciampando in un vecchio post...(i)

Messaggio: # 262Messaggio M.Ambrosini
ven 2 mar 2018, 13:30

Ricercando in rete tutt'altro mi sono imbattuto in un vecchio post fatto su vhf da snaporaz qualche anno fa e che vi riporto in quanto trovo sia ancora attualissimo e fonte di possibili spunti di discussione:

Ciao Mauro, temo che tu sia completamente fuori strada, leggi meglio. Massimo NON vende pezzi Grundig, come scritto un po' in tutte le salse nel suo sito. Piuttosto, come facciamo noi, SCAMBIA pezzi con altri, e ogni tanto . come facciamo tutti - vende pezzi e doppioni.

Come nel forum di vhf anche sul forum dei grundighisti c'è un piccolo mercatino. Certo, si specula, e molti si arricchiscono vendendo anche a cento euro pezzi pagati magari venti. Niente di diverso da quello che accade in qualsiasi mercatino - compreso quello di vhf - dove col vintage si possono fare piccoli affarucci. Peccato che i prezzi su ebay siano talmete bassi, che ogni speculazione non può superare i prezzi delle aste. Quindi parliamo di speculazioni di poche decine di euro. Punto e basta e facciamola finita con questa leggenda degli speculatori. Anche perchè che dovremmo dire degli importatori di certi marchi che vendono a decine di migliaia di euro apparecchi che semplicemente in Germania costano la metà? Se ve la dovete prendere con i grundighisti, questo certamente è il tema più sbagliato. Si tratta di operazioni a costo ridicolmente basso. Capito? RIDICOLMENTE BASSO. E chiunque ci speculi col ricavato al massimo potrà pagarsi una pizza con gli amici. Pagando alla romana, si intende.

Credo che tu debba verificare con attenzione quello che c'è scritto nel sito. Così nascono leggende metropolitane e i dietrologi possono costruire le loro teorie.

Eppure c'è una domanda che circola, alla quale penso di poter rispondere al posto di Massimo, spero voglia confermare o smentire quello che spiegherò. La domanda è: che ci guadagna Ambrosini da tutto questo?

Anche questo è specificato nelle prime pagine di questa discussione (o nell'altra, non ricordo).

E' abbastanza semplice, e credo non sia un segreto.

Massimo spera di poter vendere questa sua osservazione sugli apparecchi Grundig a qualche marchio commerciale. Siccome la cosa non è brevettabile, si tratta in qualche modo di offrire una consulenza. A riprova che questa circuitazione (CCI, come l'ha nominata lui), funziona anche riportata su altre apparecchiature, Ambrosini realizza una amplificazione con gli stessi principi. Si tratta di una sorta di prototipo, che vende a prezzi piuttosto bassi agli amici che glielo chedono. SOno persone che vogliono avere una amplificazione che bypassi i controlli di tono, cosa non escludibile negli ampli Grundig e che ha una minuscola influenza sul risultato finale. Minuscola, capito? E realizza pure una cassa , che in quei giorni proverò a casa mia, e che si adatta ad ambienti grandi. Una produzione artigianale che più artigianale non si può, che ha uno scopo dimostrativo per le ragioni appena dette.

Ma Massimo ha zero talento commerciale. E' uno scienziato pazzo, come quello di ritorno al futuro, con grande talento e passione elettroacustica e nessuno dal punto di vista commerciale. Credo che Bebo, se è all'ascolto, potrà confermare, come fatto altrove, che è tutto qui.

Le sue apparecchiature sono una sorta di "demo" in cerca di costruttore interessato.

MA chi vuole conoscere quel suono deve semplicemente rivolgersi a ebay. Non ha bisogno di comprare NULLA DA LUI.
Se invece vuole una prova o una consulenza a domicilio, deve rimborsargli i soldi della benzina. Cacchio che speculazione.
Tutto qui. Contorto? Sì, molto contorto. Devo riconoscerlo e dovrebbe accorgersene anche lui, glielo dico con simpatia e stima, questo è il suo limite e la ragione di tanti equivoci.

FA un grande errore: dialogare col mondo degli appassionati e non con quello dei costruttori.
Perchè la strada degli audiofili è in assoluto la più sbagliata per diffondere queste idee. Idee che tra l'altro non si possono rivelare perchè verrebbe meno l'unica possibilità di guadagno possible.
Parlarne qui è come proporre una nuova squadra di calcio ai laziali o ai milanisti. Già ce l'hanno una squadra, che ce ne fanno con un'altra? Una nuova squadra, poi, che promette poi di essere la più forte. La strada dovrebbe essere: falla, questa squadra, entra nel campionato, poi ne riparliamo.

Io credo che Ambrosini dovrebbe farla finita con i forum audiofili, e fare anticamera alla Dolby, alla THX, o presso qualche grande marchio innovativo e cercare di vendere la sua osservazione.

Nel frattempo crea scompiglio, genera antipatie, scatena dietrologie, origina thread sarcastici.

Gli audiofili ci hanno messo tanto a mettere in piedi una competenza. Che è questo casino attorno a qualcosa che nessuno aveva previsto e non ci aveva raccontato su nessuna rivista?


E se avesse ragione lui? Questo è il mio dubbio personale, ed è per questa curiosità che sto spingendo questa piccolisssima iniziativa. Per capire se c'è una possibiltià su un milione che abbia ragione lui.
Per questa ragione e basta vorrei cercare di dargli una mano, semplicemente radunando un po' di gente che si reputa libera di testa, e aprire una discussione.

I professionisti dell'audio che ho coinvolto in questa storia sono rimasti estremamente colpiti, vogliono capirci di più, e potrebbero aiutarlo a trovare una piccola strada di confronto con le aziende "pro". Io gli auguro che qualcuno si prenda carico di fargli una proposta commerciale o di affiancarglisi per intraprendere una strada commerciale. Non è questione quindi di furbizia o di chissà quale speculazione. Semmai di piccole paure di chi non vuole gettarsi in una impresa che mette a rischio la tranquillità familiare.

Io l'avrei fatta senza pensarci un attimo. Lui no. Che ci possiamo fare? Caratteri.

Detto questo non mi piace fare l'avvocato difensore di nessuno. Ma visto che tutto questo casino l'ho scatenato io, ci tenevo a mettere le cose in chiaro.
d
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Massimo


A scanso di equivoci mi riferisco principalmente a questo passaggio su cui mi farebbe piacere conoscere le opinioni degli iscritti :
FA un grande errore: dialogare col mondo degli appassionati e non con quello dei costruttori.
Perchè la strada degli audiofili è in assoluto la più sbagliata per diffondere queste idee. Idee che tra l'altro non si possono rivelare perchè verrebbe meno l'unica possibilità di guadagno possible.
Parlarne qui è come proporre una nuova squadra di calcio ai laziali o ai milanisti. Già ce l'hanno una squadra, che ce ne fanno con un'altra?
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Massimo


Massimo, con le carte in mano puoi andare anche dai costruttori, senza è difficile fargli cambiare idea. Ci avevi già provato e se non erro avevano anche ammesso la superiorità del loro prodotto con la tua modifica. Risultato? L'appassionato con mente e orecchie per intendere si avvicina più volentieri perchè potrebbe trovare quello che cerca da tempo o addirittura scoprire un nuovo mondo, come abbiamo fatto tutti noi iscritti, Daniele (Snaporaz) compreso.
Secondo me la tua strada è giusta, anche se apparentemente tortuosa. Qualche soddisfazione l'avrai pure avuta in tutti questi anni no?
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Andrea Loberto


Temo che quando Daniele diceva che ho "zero talento commerciale" avesse ragione al 100%...
Penso che l'ambiente dell'hifi sia probabilmente l'unico in cui è più facile "pescare nel torbido" di quanto lo sia in politica...con la particolarità (che sembra masochistica) che nell'audio i pesci VOGLIONO mantenere il torbido!
Basta pensare a quelli che comprono oggetti con una risposta in frequenza su carico reale da montagne russe...e difendono i costruttori di tali immondizie sonore mettendo in dubbio l'attendibilità di chi rileva semplicemente dei dati strumentali!
Ed è solo uno dei tantissimi casi riportabili...
Non fa proprio per me...peccato solo averlo capito tardi...
Non c'è azienda che OGGI spenderebbe soldi a fronte di una misura che evidenzi un miglioramento sul suono....li spenderebbero invece a fronte di un'estetica accattivante. Dagli anni 70/80 ad oggi sono cambiate molte cose...inclusa l'offerta di imbecillità che è drammaticamente in ascesa...sembra anzi sia di moda!
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Massimo


A mio avviso è una questione cui puoi rispondere solo tu. Ma prima di tutto dovresti chiederti: qual'è lo scopo, il fine che mi prefiggo? Se hai ben chiara questa domanda credo che il resto vada da sè.

Se il tuo fine è quello di divertirti con la buona musica e diffondere una sana cultura dell'ascolto allora credo che tu abbia scelto la strada migliore; che è fatta di molte cose: dialogare (magari anche con foga) con gli altri appassionati, condividere con loro i suggerimenti tecnici relativi all'installazione e agli apparecchi migliori, supportarli con consigli e consulenze personalizzate, organizzare i meeting, proporre gli apparecchi LT.

Se il tuo fine è invece quello di riuscire a vendere il know-how ad un costruttore allora ha ragione Daniele: non dovresti perdere neppure un minuto sui forum, con i meeting e neppure dovrebbero esistere gli apparecchi LT come li conosciamo ora. Dovresti impiegare il tuo tempo esclusivamente ad approfondire il CCI dal punto di vista tecnico/teorico con delle misure di laboratorio appropriate in modo da presentarti alla porta di un costruttore supportato da un malloppo di pagine e test tecnicamente esaustivi.

Quindi la domanda corretta dovrebbe essere: qual'è il tuo fine? Ovvero: "cosa vuoi fare da grande?" Smile

Marco


Marco...vorrei poter fare entrambi...sarebbe bello poter conciliare la passione con un reddito...ma il pubblico apprezza altre cose...che sono agli antipodi della mia persona e di ciò che potrei proporre...i costruttori sono interessati al marketing mentre gli appassionati...mah lasciamo perdere...
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Massimo


Vedi, tu pensi che sia possibile fare entrambe le cose. Io penso invece che non sia possibile per la stessa persona farle entrambe: a mio parere è necessario sviluppare competenze differenti, un diverso modus operandi, una forma mentis differente (ma come si traducono dal latino certe espressioni senza perderne il senso???) e le ore del giorno sono solo 24. Quindi si impone una scelta: e finora, in tutti questi anni, mi pare che tu abbia fatto una scelta precisa lasciando in secondo piano l'altra possibilità. E non mi pare corretto dare tutta la colpa ai costruttori (anche se è vero che sono interessati soprattutto al marketing) o all'insensibilità di molti appassionati. Perché la scelta alla fine è solo tua: se vuoi riuscire a vendere il know-how è un obiettivo che devi perseguire con tutte le tue energie (escludendo il resto). Non puoi certo pretendere di trovare le porte dei costruttori spalancate quando, in molti settori, innovazioni tecnologiche ben più documentate e testate (contrariamente al CCI) fanno fatica a trovare visibilità. Senza un supporto teorico e documentale non si va da nessuna parte (a meno di un colpo di fortuna pazzesco). Fare entrambe le cose è a mio parere impossibile. O una o l'altra.

Smile
Marco


Concordo
Nella storia dell'alta fedeltà RECENTE sai dirmi in quanti sono riusciti a vendere il proprio know how a qualche costruttore?
Personalmente non ho mai sentito notizie neppure di uno. Se hanno voluto la bicicletta si sono messi a pedalare in prima
persona e con esiti talvolta buoni talvolta molto meno ma SEMPRE correlati alla propria abilità commerciale e mai alla validità di ciò che hanno proposto. La validità spesso (ma non sempre) viene scoperta solo a distanza di anni, quando un prodotto è fuori produzione e cioè quando i polli smettono di fare l'eco a coloro che hanno interessi in merito e quindi possono maggiormente risaltare i giudizi delle persone che semplicemente ascoltano...
E' un po' come la pittura...coloro che hanno fatto qualche quadro meritevole generalmente vengono scoperti dopo morti... Rolling Eyes
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Massimo


Personalmente, considero la domanda mal posta. Proviamo a vederla da un altro punto di vista: nella storia RECENTE dell'altà fedeltà (intendo l'alta fedeltà tradizionale) sai dirmi quante reali innovazioni sono state introdotte? Io non ne vedo nessuna. E neppure sono a conoscenza di alcuno che abbia proposto ai costruttori la vendita di un know-how relativo a qualcosa di innovativo nell'alta fedeltà. Forse è per questo che non ci sono notizie? Ripeto: perché dare la colpa esclusivamente ai costruttori? In fondo la tecnologia con cui si producono oggi gli hifi è la stessa di trenta anni fa. E nessun ricercatore ha proposto qualcosa di innovativo recentemente, mi pare. O mi sono perso qualche cosa?

Invece possiamo vedere che alcuni settori collaterali all'alta fedeltà "tradizionale" come l'elaborazione digitale dei segnali oppure il settore professionale (p.es. la teoria e la pratica dei Line-Array) hanno avuto un notevole spunto negli anni '90 con il contributo di diversi ricercatori che poi si sono specializzati in consulenze esterne, hanno fondato le loro aziende oppure sono stati assunti.

Non so se Daniele (dabudabu) un giorno vorrà raccontarci le sue esperienze ma, da quel poco che so, ho capito che sono finiti i tempi eroici di mr Dolby. Oggi, un ricercatore con una buona idea deve dapprima farne una stesura tecnica rigorosa e inappuntabile, che tenga conto dello stato dell'arte della ricerca in quel campo. Poi deve "sbattersi" per trovare i canali giusti, individuare chi sono i riferenti potenzialmente interessati e in grado di capire correttamente il contenuto tecnico di quanto proposto (e non sono molti). E poi rispondere correttamente alle critiche tecniche. Sono cose che portano via molto tempo ed impegno. E devono essere messe in conto quando si intraprende questa strada. Ed è su queste cose che si misura la reale intenzione di cedere il know-how a qualcuno (oppure di valorizzarlo in altri modi, p.es. con consulenze).

Quindi ripeto: in base al modo di procedere, mi pare che in questi anni tu abbia fatto una scelta ben precisa. Poi non sta a me giudicare se tu abbia fatto la scelta migliore o peggiore (a mio parere hai scelto la strada a te più congeniale). Quello che so per certo è che percorrere l'altra strada porta necessariamente a scelte profondamente diverse.

Smile
Marco


Gli amplificatori digitali di potenza mi sembrano una innovazione. benchè siano stati inventati parecchi anni fa solo in tempi recenti si è giunti alla loro commercializzazione di massa trovando applicazione in numerosissimi campi. Molti compatti moderni e TV ne fanno uso. Concettualmente non sono assimilabili agli amplificatori tradizionali ma ricordano più la tecnica impiegata nel DSD dei SACD. Ricordiamoci che un chip Tripath suona mediamente meglio di tanti ampli tradizionali...
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Gianfranco


Ok, hai ragione ma mi risulta che siano progetti sviluppati internamente in grosse aziende (mi pare Philips) e poi ramificati in qualche circuitazione brevettata. Qui invece si stava parlando di ricercatori esterni che recentemente abbiano proposto qualcosa di innovativo alle aziende audio e la loro proposta sia stata poi cassata. Cosa che a me non risulta. Invece pare che Massimo sostenga che, nel recente, molti ricercatori esterni abbiano cercato di vendere il loro know-how alle aziende audio senza riuscirci. Quindi aspetto qualche riferimento da lui perché, sinceramente, a me questa cosa non risulta.

Smile
Marco

Penso abbia ragione Massimo. le ragioni non le posso scrivere se no rischio di essere ancora più antipatico di quanto non lo sia già normalmente... Very Happy
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Gianfranco


non sono un addetto ai lavori e quindi prendete con simpatia le supercazzole che sto per scrivere...

da semplice osservatore rilevo che le grandi aziende oggi non sono più interessate a ricercare come 'far suonare bene' un ampli analogico. la loro convinzione è quella di considerarla una tecnologia obsoleta ormai esaurita: un ampli correttamente progettato suona e deve suonare uguale ad un altro e per risolvere i problemi di una corretta progettazione ci si limita alla scelta del chip più conveniente con le specifiche sufficienti. comodo, semplice, economico. fine della storia.

l'interesse è totalmente spostato nel dominio digitale, sistemi di conversione, trattamento, manipolazione, trasferimento, immagazzinamento, amplificazione di bit. se facciamo un parallelo con l'ottica troviamo lo stesso shift di interesse: fino all'avvento del digitale le grandi case tedesche e giapponesi si sforzavano di perfezionare i loro schemi ottici ingaggiando epiche battaglie. oggi il focus è sulla ricerca di sensori sempre più performanti e microchip sempre più potenti e al tempo, economici.

ora, prima di lanciare i pomodori, consideriamo qual è il target delle grandi aziende: come nell'ottica così nell'audio l'introduzione del digitale ha cambiato completamente il mercato. la mia generazione (sono sui 50) ha visto l'introduzione dell'impianto stereo in quasi ogni famiglia, complice un periodo particolarmente creativo per l'arte musicale. la generazione successiva (diciamo fino ai 30) non sa cosa sia lo stereo, il proiettore, lo sviluppo di una pellicola... oggi usa il pc per fare tutto.

il pc ha sostituito lo stereo, la camera oscura, il proiettore di filmini e diapositive. con poco sforzo e poche competenze oggi e possibile fotografare, filmare, registrare, riprodurre, e soprattutto archiviare e condividere contenuti multimediali con una qualità percepita che una volta era appannaggio dei soli professionisti.

perché parliamoci chiaramente, quale era la qualità media dei supporti analogici di massa con cui il digitale ha dovuto confrontarsi? non riferiamoci sempre al mondo degli audiofili o dei fotoamatori evoluti! a casa dei miei compagni di liceo cosa trovavo? giradischi polverosi e dischi che in breve si danneggiavano e crepitavano come legna nel caminetto oppure cassette che si inceppavano e avevano distorsioni, dinamiche e rumori di fondo che oggi sarebbero inaccettabili per qualsiasi ragazzino dotato di cuffiette. e per registrare musica dal vivo, quanti si potevano permettere un revox?

l'introduzione del digitale ha rappresentato una vera e propria rivoluzione democratica rendendo disponibile a tutti una qualità media molto più elevata di quella disponibile fino ad allora. (che ripeto NON ERA QUELLA DELL'AUDIOFILO O DEL FOTOAMATORE). e vogliamo parlare della comodita? della portabilità? della possibilità di condivisione? oggi la differenza tra digitale entry level e state of the art è minima, una volta nel dominio analogico era abissale. ma quale era lo sforzo economico e culturale necessario per raggiungere lo state of the art? e quanti la raggiungevano?

se si accetta questo punto di vista, si comprende come oggi le grandi case non siano per nulla interessate a pagare per una consulenza focalizzata su una tecnologia sconfitta dall'evoluzione del mercato e sulla quale è impossibile ormai riportare l'interesse delle masse. il buon suono? c'è già! con il digitale è entrato nelle case di tutti e la casalinga di voghera insieme al suo figliolo non esiteranno a confermare.

anzi, ogni anno che passa la nostra, quella degli audiofili come quella dei fotoamatori collezionisti di vecchi vetri tedeschi, diventerà una nicchia di mercato sempre più esigua, snobistica, rissosa, isterica. esoterica appunto. il risultato è sotto gli occhi di tutti noi, mi pare.

(vorrei continuare il discorso ma non ho tempo ora.........)

max_marchesini


Il CCI si applica anche e soprattutto al digitale. Vedi il confronto diretto tra un CD7500 *PERFETTO* ed il Philips CD303...
Non ho ancora ascoltato eccezioni al di fuori dell'ambito CCI/LT ed il salto qualitativo è notevole... lo stesso che c'è tra un sensorino di una compattina ed un sensore full frame Sony senza filtro AA per intenderci.

Diciamo che c'è poco interesse economico a far fare al sensorino le stesse foto che fa il full frame... anche potendo.
_______________
Gianfranco

eeeeehhh... non ho avuto il tempo di finire il discorso Gianfranco, che mi hai anticipato.

appunto, il focus ora è sul digitale e soprattutto sulla gestione multimediale di contenuti immagazzinati su dischi e memorie fisiche. per capire dove va il mercato bisogna osservare i giovani! è lì che trovi tutte le risposte!! sono i giovani a fare il mercato.

i giovani hanno già mandato in soffitta i CD da un pezzo e anche tra gli adulti, audiofili e non, c'è una gran voglia di mandare in pensione gli odiosi dischetti mangiapolvere, la stessa che c'era nei confronti degli LP a metà degli '80. io sono tra questi.

quindi consiglierei a Massimo di focalizzarsi sull'anello suscettibile dei maggiori cambiamenti prossimi venturi e cioé la sorgente. presto il CD andrà in pensione, se non l'ha già fatto è per le pressioni delle case discografiche e sappiamo tutti il perché. ma è solo questione di tempo, gli strumenti per regolamentare i downloads a consumo forfettario e distribuire equamente i diritti agli autori ci sono già. naturalmente la torta sarà più magra per tutti ma la metamorfosi è inevitabile, pena l'estinzione.

ma vedete sul web quanto si parla di musica liquida? e i siti dedicati alla creazione di pc per la musica con ambizioni audiophile? IMHO è lì la frontiera, c'è già molto fermento e teste buone che vi lavorano a pieno ritmo.

il pc è già la macchina multimediale regina della casa e di qua non si torna indietro, quidi avanti tutta con pc CCI, device portatili CCI, schede audio CCI, dac CCI.

soprattutto punterei su un pc CCI, più che su un computer audio grade. E' LA RISPOSTA foriera del maggior successo. ai giovani (e anche a me!) non interessa avere in casa 3 o 4 macchine dedicate, che non sono altro che pc incompleti a cui manca qualche scheda, ma una sola macchina con cui fare tutto!

la grande industria invece ha proprio l'interesse opposto, venderti sempre la stessa macchina incompleta ma declinata in mille maniere, la playstation oggi, la console audio domani... naturalmente capace di leggere soltanto i formati proprietari, ai quali si lavora alacremente in parallelo.

no! è con una macchina polivalente che fa bene tutto che si può fare il botto! perché l'interesse dei giovani è avere una sola macchina che consenta di studiare, navigare, chattare e gestire bene tutti i contenuti multimediali e tutti i formati. per questo l'interesse per un pc CCI è centrale. un pc CCI che faccia fare il salto di qualità anche alla sezione audio come le moderne schede video o Photoshop l'hanno fatta fare nei rispettivi ambiti!

cosa aspettiamo/aspettate? Razz
max_marchesini


Mi sto già attrezzando... Wink
Infatti non vedo l'ora di terminare il ripping della mia CDteca ed archiviare definitivamente i CD. Al momento sono a quota 1000, più o meno a metà dell'opera... Very Happy
_________________
Gianfranco


io l'ho già fatto, Gianfranco! il miei HD sono pronti!!

sto solo aspettando la macchina per suonarli...

perché sono un pitocco, un mezzo audiofilo e non mi sento di abbandonare del tutto quella qualità sonora che ho scoperto grazie a Massimo (anche se spesso la tradisco, poi mi pento e torno indietro, poi la tradisco di nuovo... eheh).

ma il mondo ha già passato il rubicone.

siamo in ritardo!!!!!!!
max_marchesini


termino la mia sbrombolata (promesso!) rispondendo al quesito di Massimo: che fare? offrire consulenza, aprire una piccola azienda o continuare come ora?

della prima ipotesi ho già detto, temo che non troverà riscontro. non vedo interesse a investire in tal senso, ma oltre non posso esprimermi, non conosco quello che solo lui sa e quali documenti potrebbe produrre di fronte a una commissione tecnica.

l'ipotesi di aprire un'azienda la considero la più grande scelleratezza che potrebbe fare, considerando la congiuntura economica e l'interesse sempre più tiepido intorno all'oggetto della nostra passione. personalmente non lo farei mai, se fossi un finanziatore non lo sosterrei e come amico lo dissuaderei con ogni mezzo.

credo che la cosa più saggia sia continuare ad operare come ha fatto finora, qualche autocostruzione su richiesta per gli amici e tanto supporto per tutti i G fans.

più passa il tempo più la passione per l'audiofilia sta assumendo l'aspetto di una riserva indiana, con le nuove generazioni assolutamente disinteressate al fenomeno. anche per questo ho suggerito di affrontare l'argomento pc CCI, il solo che può stimolare il coinvolgimento di nuove leve di appassionati.

max_marchesini



Non la cosa più saggia ma l'unica cosa saggia... Smile
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Massimo


Di questi tempi quoto...
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Gianfranco


Non so se Daniele (dabudabu) un giorno vorrà raccontarci le sue esperienze ma, da quel poco che so, ho capito che sono finiti i tempi eroici di mr Dolby. Oggi, un ricercatore con una buona idea deve dapprima farne una stesura tecnica rigorosa e inappuntabile, che tenga conto dello stato dell'arte della ricerca in quel campo. Poi deve "sbattersi" per trovare i canali giusti, individuare chi sono i riferenti potenzialmente interessati e in grado di capire correttamente il contenuto tecnico di quanto proposto (e non sono molti). E poi rispondere correttamente alle critiche tecniche. Sono cose che portano via molto tempo ed impegno. E devono essere messe in conto quando si intraprende questa strada. Ed è su queste cose che si misura la reale intenzione di cedere il know-how a qualcuno (oppure di valorizzarlo in altri modi, p.es. con consulenze).

Leggo e rispondo solo ora:

vi assicuro che è un lavoro molto più impegnativo che non la ricerca in se. E' da un anno e mezzo che contatto ditte su ditte, scrivo ai guru, invio report scientifici, mi faccio massacrare sui forum, preparo sunti e resto in attesa. Nonostante ogni mia asserzione sia provata scientificamente, nonostante la mia misura raggiunga una precisione praticamente arbitraria (-180 dB sono una passeggiata per essa), nonostante sia una tecnica innovativa, ebbene, trovare l'interlocutore interessato, tecnicamente preparato e disposto ad ascoltare con quel briciolo di umiltà che gli permetta di non leggere la mia documentazione scientifica con i paraocchi è di una difficoltà disarmante.

Tralascio ad esempio la risposta alla lettura del mio report scientificodi Mr. Bruce Hofer, ceo di Audio precision, che è stato comunque così gentile da darmi almeno una risposta oltretutto bene articolata ... ma piena di se (avete presente il marchese del grillo quando dice in romanesco "io so io e voi nun sete un ..."?) e questa "spavalderia" gli ha reso invisibili i passaggi cruciali della ricerca Sad nonostante li avesse sotto il naso!

Aggiungete a questo la palude di invidia entro la quale si è costretti a nuotare nel frattempo, generata da tutti coloro che si ritengono più in gamba di voi e che quindi si sentono in diritto di denigrarvi: l'idea non l'hanno avuta loro, quindi sicuramente è una bufala perché loro sono ovviamente più bravi...

Ho ancora un paio di frecce al mio arco, ma finite queste mi vedrò costretto a buttare la ricerca alle ortiche o a renderla fruibile a tutti in formato open, mentre mi piacerebbe invece avviare delle collaborazioni per approfondire, dato che ci sarebbe così tanto da fare ancora e sarebbe onesto che il carro lo tirassi io che ho creato questa cosa.

Quindi caro Massimo, alla luce della mia esperienza ti posso garantire che senza solide basi teoriche non ti si filerà nessuno, anzi di più, sarai beffeggiato e considerato un ciarlatano, mentre con solide basi teoriche e sperimentali, come nel mio caso, trovare un interlocutore interessato sarò solo molto difficile ... mentre nuoti nella palude ...

Valuta tu quante probabilità hai di avviare una consulenza con le tue premesse esclusivamente empiriche smanettone. Non me ne volere uso questi due termini con affetto e ammirazione, ma li fuori a mio parere non hai speranza con queste premesse.

_________________
A presto, Daniele


My two cents da semplice appassionato: qua dentro ci sono passate persone che sono arrivate dall'hi-end, hanno provato e riprovato il cci e poi sono tornate all'hi-end quasi piangendo, come se, nonostante l'evidenza dei fatti, non potessero rinunciare non solo all'enorme potere evocativo e consolatorio (a caro prezzo) di certi marchi blasonati e di certe "filosofie" di ascolto, ma che volessero comunque anche "altro".
Da ciò deriva il fatto che il cci (nonostante sia indiscutibilmente l'hifi con l'H maiuscola) è solo uno dei tanti modi di godere della musica riprodotta. Non esisterebbe la myfi, se così non fosse.
Quindi credo che una possibile avventura commerciale di LT possa seguire la strada solo della produzione in proprio dei tuoi apparecchi, senza pensare a consulenze presso altri marchi.
Rivolgersi quindi esclusivamente agli appassionati e solo come possibile clientela.
_________________
Ciao
Paolo

Dopo la consueta scarpinata in quota, qui in Slovenia, oggi non sapevo che fare ; rifiutando di dare lezione a mio figlio (non sono pagato per ciò...) e lasciando l'impegno alla mia diletta, eccomi qua buon ultimo (ma primo, dal 1988, a riconoscere le magie luciferine provenienti da Casalborsetti) a scoprire un 3d che mi suona stonato per un presupposto errato .
Ora, dal quesito supposto, emergono due differenti soluzioni.
La prima è scoprire (per me, che non mastico di commercio) se è il mercato a guidare l'offerta commerciale, o viceversa sia l'offerta commerciale a guidare il mercato.
Da ciò ne discende la logica considerazione che vuole, nella prima ipotesi, il maggior impegno verso la galassia (non è casuale il termine utilizzato) degli appassionati; mentre nel secondo vedrà focalizzato l'interesse nei confronti dellìofferta commerciale.
Ma la considerazione fondamentale, peraltro affatto inedita e da me formulata in più sedi, è un'altra e si situa a monte.
Chi fruisce di musica riprodotta, ossia gli audiofili e non solo loro, è realmente in grado di paventarsi (e paventare) qual'è la direzione da assumere per raggiungere il risultato più prossimo all'evento sonoro?
A mio umile avviso la risposta è NO!
Un paio di esempi? ma volentieri.
Qualche anno or sono il nostro, presso una rassegna audio milanese, fece la celeberrima prova della rivista posta sul finale e tolta dallo stesso; ebbene ci fu chi preferiva il suono (passatemi la forma letterale e la valutazione...) "con la rivista", e magari non era l'unico tra gli astanti, che per pudore si astennero dal fornire la stessa valutazione!
Nel 1977 circa, lo scrivente, posto a conoscenza della migliore qualità di riproduzione, sostitui i cavetti commerciali dell'Akai gxc-570d, con un bel RG 58; "gli alti ed i bassi si sentivano meglio", il resto del riscontro sonoro era catastrofico (come il suono dell'Akai d'altronde!).
Voglio poi tralasciare la genia degli "scienziati" dell'audiofilia (ed in ispecie degli addetti ai lavori), a parte alcune rare eccezioni (per tutti: Bebo Moroni), i quali, pregni e tronfi di un onanismo mentale e verbale, valutano il suono sulla base della costruzione degli apparecchi e della componentistica.
Le soluzioni CCi e Grundig producono sonorità talmente differenti dal resto dell'offerta commerciale, che pochissimi, tra gli appassionati e gli addetti ai lavori, reputano come riproduzione più vicina all'evento originale.
Non sia mai codificato che la minoranza si affermi sulla maggioranza!
Saluti agostani.

Gere

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