Una domanda per Massimo, ma non solo:
nel caso in cui si voglia utilizzare apparecchi audio americani o giapponesi, magari anche di un certo valore collezionistico e quindi non modificabili, quale è la soluzione meno peggiorativa a livello di CCI, autotrasformatore o trasformatore di isolamento?
Per la mia esperienza la separazione galvanica del trasformatore di isolamento fornisce un suono più trasparente e pulito, ed una maggiore libertà nella scelta della fase 220V e 110V, per contro l'autotrasformatore garantisce maggiore dinamica e concretezza, nonché costi, pesi ed ingombri più contenuti...
Ovviamente le due soluzioni confrontate a parità di realizzazione meccanica e di chassis di contenimento, interruttori, fusibili, cavi, ecc... e dando per scontato l'interfacciamento audio con altri apparecchi a 220V.
Trasformatori 220/110V
- M.Ambrosini
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Re: Trasformatori 220/110V
Il problema è che hai un oggetto esterno al telaio che comunque genera vibrazioni ed irradia spurie AF per cui, come già hai scritto, è comunque una soluzione peggiorativa.
Se sono due ampli mono con alimentazione 110V si potrebbero semplicemente collegare in serie i due primari. Anche questa soluzione non è indolore ma forse è la meno peggio. Tra le due che citavi anch'io propenderei per il trasformatore di isolamento.
Se sono due ampli mono con alimentazione 110V si potrebbero semplicemente collegare in serie i due primari. Anche questa soluzione non è indolore ma forse è la meno peggio. Tra le due che citavi anch'io propenderei per il trasformatore di isolamento.
Massimo