Le leggi dell'altoparlante ideale
Inviato: gio 15 mar 2018, 13:30
“Come convincere l’audiofilo medio, sfinito e confuso da diatribe interminabili, che un altoparlante non è fatto per essere usato come oggetto di elucubrazioni tecniche, bensì per essere ascoltato? Che il giudice naturale di un altoparlante non è l’intelletto, ma l’orecchio? Che l’orecchio umano, insieme all’apparato sensoriale ed elaborativo, risponde alla natura e non alla logica deduttiva? Che la logica dovrebbe portarci a contare sui nostri sensi, non a metterli in dubbio? Insomma l’audiofilo deve aver fiducia in se stesso, e di conseguenza nel suo orecchio, poiché esso è immensamente superiore ad ogni strumento tecnico artificiale,indiscutibilmente migliore di qualsiasi test tecnico…”
“la distorsione non è importante se non si traduce in assenza di chiarezza, in un ostacolo alla comprensione, in uno schermo di quelle caratteristiche intrinseche mediante le quali distinguiamo un suono dall’altro."
"L’orecchio può essere educato: dove c’è la necessità o passione, c’è capacità di distinguere e ricordare.”
Potrebbero sembrarvi parole scritte da me tanto sono coincidenti con la mia filosofia ed invece sono frutto di una delle menti più geniali della storia dell’alta fedeltà ovvero Oskar Heil…padre del famoso altoparlante AMT.
Sul n.383 di Audio Review trovate la riproposizione di un articolo ESS del 1974: “ le quattro leggi dell’altoparlante ideale” da cui ho tratto quanto sopra. Articolo che vi consiglio di leggere in quanto penso sia istruttivo per tutti (anche viste le premesse che ho riportato sopra…). Tra l’altro è lo stesso numero della rivista in cui trovate anche il mio articolo sui Grundig per cui…due piccioni con una fava.
Non conoscevo quell’articolo (iniziai ad acquistare riviste a fine 1975…nel 74 avevo 10 anni!) e mi ha fatto molto piacere leggerlo e riconoscerlo ancora attualissimo.
Cito a seguito questi 4 criteri ritenuti prioritari da Heil :
1) Tanto più bassa è la velocità del diaframma tanto minore è la quantità di suono spurio generato.
2) Più uniformemente viene applicata la forza motrice sull’intera superficie del diaframma, minore è la sua tendenza a generare le proprie risonanze caratteristiche.
3) Maggiore è lo smorzamento molecolare interno del materiale del diaframma, minore quantità del suo rumore caratteristico sarà prodotta quando messo in movimento.
4) La capacità dinamica di un altoparlante pilotato da un qualsiasi amplificatore aumenta in proporzione geometrica alla riduzione della velocità del diaframma e in proporzione lineare alla riduzione della massa dello stesso.
Ora fin qui direi che quanto asserito è difficilmente attaccabile. Vengono inoltre analizzati vari tipi di altoparlanti (elettrostatico, magnetostatico, magnetodinamico a cono, a tromba…stranamente non si fa accenno al magnetodinamico a cupola) valutandone pro e contro sempre in relazione ai quattro criteri suddetti.
Ovviamente l’AMT risulta dall’articolo l’unico altoparlante che risponde adeguatamente a tutti i 4 punti ma questo direi che è quasi scontato mentre non si fa accenno alla limitata dispersione in senso verticale che comunque questo altoparlante ha, ma anche questo è abbastanza scontato e comunque resta un problema minore a fronte di un trasduttore in grado di coprire il range dagli 800Hz ai 20KHz con una dispersione orizzontale di 120° a 16KHz.
Chi mi conosce sa bene che per me una cosa “vale” solo dopo che il mio orecchio ne ha dato l’assenso e a tal riguardo la mia esperienza con l’altoparlante AMT (acronimo di Air Motion Transformer) è stata positiva se si considera limitatamente alle ottime prestazioni di questo altoparlante. Il problema dell’AMT non è l’altoparlante medesimo ma è cosa accoppiare ad esso per ottenere un sistema a gamma intera. Contrariamente ai convincimenti comuni a molti appassionati e addetti ai lavori, il problema (che ho potuto personalmente riscontrare anche con gli AMT su un mio vecchio prototipo di diffusore) nell'accoppiamento tra un tweeter a nastro (o similare come in questo caso) e un woofer convenzionale è semplicemente di tipologia di emissione ovvero è lo stesso problema di mancanza di coerenza che potete riscontrare su tutti i sistemi ibridi, dipendente dalla tipologia di emissione (tendenzialmente semicilindrica nel caso dell' AMT, semisferica nel caso di un altoparlante a cono) che determina una differente dispersione in senso verticale/orizzontale delle sorgenti utilizzate abbinata alla convivenza di un’emissione dipolare (AMT) con una unipolare (woofer convenzionale in cassa chiusa). In sostanza un AMT dovrebbe essere abbinato con un woofer planare a dipolo per ottenere buona coerenza all’incrocio e non con un woofer convenzionale. L’approccio che lo stesso Heil ebbe nella costruzione di un mid-woofer non convenzionale a dipolo ( utilizzato nel famoso ESS Transar) non fu particolarmente brillante tant’è che non trovò alcun seguito/riscontro commerciale.
Al di la di questo excursus penso possa essere interessante partire dalla lettura di questo articolo per analizzare in modo critico i vari sistemi di trasduzione ad oggi presenti, semplicemente valutando, quale può essere la soluzione che comporta il miglior risultato complessivo in un ambiente domestico consapevoli del fatto che non si ha nulla per nulla ovvero...una prestazione brillante sotto alcuni punti di vista può spesso risultare deleteria sotto altri punti di vista. L'equilibrio ed il buon senso determinano (a mio parere) la differenza tra un buon progettista audio ed un "generatore di fenomeni".
Faremo le considerazioni a seguito nella consapevolezza che un sistema di trasduzione multivia inserito in ambiente è SEMPRE una coperta corta, ovvero occorre sempre scendere a compromessi, occorre però vedere insieme a quali compromessi siamo meno suscettibili…(continua)
“la distorsione non è importante se non si traduce in assenza di chiarezza, in un ostacolo alla comprensione, in uno schermo di quelle caratteristiche intrinseche mediante le quali distinguiamo un suono dall’altro."
"L’orecchio può essere educato: dove c’è la necessità o passione, c’è capacità di distinguere e ricordare.”
Potrebbero sembrarvi parole scritte da me tanto sono coincidenti con la mia filosofia ed invece sono frutto di una delle menti più geniali della storia dell’alta fedeltà ovvero Oskar Heil…padre del famoso altoparlante AMT.
Sul n.383 di Audio Review trovate la riproposizione di un articolo ESS del 1974: “ le quattro leggi dell’altoparlante ideale” da cui ho tratto quanto sopra. Articolo che vi consiglio di leggere in quanto penso sia istruttivo per tutti (anche viste le premesse che ho riportato sopra…). Tra l’altro è lo stesso numero della rivista in cui trovate anche il mio articolo sui Grundig per cui…due piccioni con una fava.
Non conoscevo quell’articolo (iniziai ad acquistare riviste a fine 1975…nel 74 avevo 10 anni!) e mi ha fatto molto piacere leggerlo e riconoscerlo ancora attualissimo.
Cito a seguito questi 4 criteri ritenuti prioritari da Heil :
1) Tanto più bassa è la velocità del diaframma tanto minore è la quantità di suono spurio generato.
2) Più uniformemente viene applicata la forza motrice sull’intera superficie del diaframma, minore è la sua tendenza a generare le proprie risonanze caratteristiche.
3) Maggiore è lo smorzamento molecolare interno del materiale del diaframma, minore quantità del suo rumore caratteristico sarà prodotta quando messo in movimento.
4) La capacità dinamica di un altoparlante pilotato da un qualsiasi amplificatore aumenta in proporzione geometrica alla riduzione della velocità del diaframma e in proporzione lineare alla riduzione della massa dello stesso.
Ora fin qui direi che quanto asserito è difficilmente attaccabile. Vengono inoltre analizzati vari tipi di altoparlanti (elettrostatico, magnetostatico, magnetodinamico a cono, a tromba…stranamente non si fa accenno al magnetodinamico a cupola) valutandone pro e contro sempre in relazione ai quattro criteri suddetti.
Ovviamente l’AMT risulta dall’articolo l’unico altoparlante che risponde adeguatamente a tutti i 4 punti ma questo direi che è quasi scontato mentre non si fa accenno alla limitata dispersione in senso verticale che comunque questo altoparlante ha, ma anche questo è abbastanza scontato e comunque resta un problema minore a fronte di un trasduttore in grado di coprire il range dagli 800Hz ai 20KHz con una dispersione orizzontale di 120° a 16KHz.
Chi mi conosce sa bene che per me una cosa “vale” solo dopo che il mio orecchio ne ha dato l’assenso e a tal riguardo la mia esperienza con l’altoparlante AMT (acronimo di Air Motion Transformer) è stata positiva se si considera limitatamente alle ottime prestazioni di questo altoparlante. Il problema dell’AMT non è l’altoparlante medesimo ma è cosa accoppiare ad esso per ottenere un sistema a gamma intera. Contrariamente ai convincimenti comuni a molti appassionati e addetti ai lavori, il problema (che ho potuto personalmente riscontrare anche con gli AMT su un mio vecchio prototipo di diffusore) nell'accoppiamento tra un tweeter a nastro (o similare come in questo caso) e un woofer convenzionale è semplicemente di tipologia di emissione ovvero è lo stesso problema di mancanza di coerenza che potete riscontrare su tutti i sistemi ibridi, dipendente dalla tipologia di emissione (tendenzialmente semicilindrica nel caso dell' AMT, semisferica nel caso di un altoparlante a cono) che determina una differente dispersione in senso verticale/orizzontale delle sorgenti utilizzate abbinata alla convivenza di un’emissione dipolare (AMT) con una unipolare (woofer convenzionale in cassa chiusa). In sostanza un AMT dovrebbe essere abbinato con un woofer planare a dipolo per ottenere buona coerenza all’incrocio e non con un woofer convenzionale. L’approccio che lo stesso Heil ebbe nella costruzione di un mid-woofer non convenzionale a dipolo ( utilizzato nel famoso ESS Transar) non fu particolarmente brillante tant’è che non trovò alcun seguito/riscontro commerciale.
Al di la di questo excursus penso possa essere interessante partire dalla lettura di questo articolo per analizzare in modo critico i vari sistemi di trasduzione ad oggi presenti, semplicemente valutando, quale può essere la soluzione che comporta il miglior risultato complessivo in un ambiente domestico consapevoli del fatto che non si ha nulla per nulla ovvero...una prestazione brillante sotto alcuni punti di vista può spesso risultare deleteria sotto altri punti di vista. L'equilibrio ed il buon senso determinano (a mio parere) la differenza tra un buon progettista audio ed un "generatore di fenomeni".
Faremo le considerazioni a seguito nella consapevolezza che un sistema di trasduzione multivia inserito in ambiente è SEMPRE una coperta corta, ovvero occorre sempre scendere a compromessi, occorre però vedere insieme a quali compromessi siamo meno suscettibili…(continua)