Pannello frontale diffusori (i)
Inviato: mer 7 mar 2018, 18:37
Sono sempre stato un sostenitore della superiorità dei sistemi in sospensione pneumatica rispetto a sistemi aperti così come lo sono da molti anni (il mio sito on-line dal 2000 può testimoniarlo) per quanto riguarda la superiorità della non specularità della disposizione degli altoparlanti in sistemi che non siano dotati di asse di simmetria. Su questi due aspetti sono stato un precursore addossandomi sfottò di vario genere da persone ritenute più o meno competenti in merito che seguivano (e talvolta seguono tutt’ora) la “fiumana” di moda. A distanza di anni il numero di persone alla ricerca di diffusori in cassa chiusa e di sistemi non speculari è nettamente aumentato…forse qualcosa di vero nelle mie parole quindi c’era.
L’argomento “pannello frontale” è altrettanto scomodo rispetto ai due sopra citati, lo è perché al pari di questi il “fiume” di progettisti odierni è pressoché tutto orientato verso la massima riduzione delle dimensioni del pannello frontale. Questo avviene principalmente per il supposto vantaggio di cercare di far sparire di più il diffusore dal momento che, soprattutto con sistemi reflex, questo viene collocato distanziato dalla parete di fondo ma questo è solo UNO degli aspetti che riguardano il pannello frontale e NON il più importante.
Il pannello frontale incide su:
1) Riflessioni nella stanza
2) Coesione tra gli altoparlanti
3) Impedenza di radiazione
4) Diffrazione sui bordi del pannello stesso
Il vantaggio addotto dalla riduzione del pannello frontale implica solo il primo di questi quattro punti…e gli altri?
Se cerchiamo un’emissione “d’effetto” possiamo disseminare altoparlanti ad una certa distanza tra loro e posti su pannelli separati…il risultato sarà un suono molto arioso ma privo di coerenza timbrica in quanto non c’è coesione su un supporto comune (appunto il pannello) che contribuisca a “fondere” tra loro l’emissione dei singoli altoparlanti. Quando non c’è un pannello comune gli altoparlanti risultano cioè acusticamente più “slegati” tra loro non riuscendo (o riuscendovi solo in parte) a dare l’impressione di un insieme coeso, questo è dovuto in gran parte ma non solo alla variazione dell'impedenza di radiazione: un altoparlante che debba coprire la gamma media da, supponiamo 600 a 5000Hz e si trova ad essere montato su un pannello di appena 10cm di larghezza verrà a cambiare la sua impedenza di radiazione al passaggio da angolo solido 2π steradianti a 4π steradianti in corrispondenza della λ/2 ovvero 344/10/2=1720Hz...ovvero da 1720Hz in giù (in piena gamma media) subirà un’attenuazione di 3dB a fronte del pannello ristretto generando quindi una irregolarità di risposta in una zona molto critica, irregolarità che essendo ben al di fuori delle frequenze di crossover non può essere adeguatamente corretta. Chi sa fare il proprio mestiere in questo ambito determina la larghezza del pannello e la collocazione degli altoparlanti in modo da far coincidere la zona di cambio impedenza di radiazione con la frequenza di incrocio o leggermente spostata in proprio favore per compensare piccole defaillance degli altoparlanti impiegati. Per farvi un esempio pratico: SL1000, pannello di 16cm, crossover a 1600Hz…344/16/2= 1075Hz…ovvero i +3dB di rinforzo sul tweeter partono leggermente prima dell’incrocio compensando la leggera defaillance della parte alta dei wf impiegati in D’appolito.
Per quanto riguarda l’aspetto diffrazione sul bordo è sufficiente un bordo arrotondato per diminuire drasticamente questo aspetto oppure un ottimo espediente è quello dell’impiego di “trombette” (come quelle impiegate sulle box Grundig professional) o di quadrati sagomati di feltro o altro materiale assorbente (come quelli impiegati sulle Rogers LS3/5a o sulle IMF super compact II) che assolvono proprio al compito di trattare l’onda emessa sul nascere a filo pannello (quindi a distanza paragonabile alla lunghezza d’onda minore) per rendere queste più direttive evitando per quanto possibile la diffrazione sui bordi del pannello frontale.
Come ultimo aspetto vorrei prendere in considerazione il primo, ovvero la presenza fisica a fronte delle riflessioni nella stanza che nelle premesse sembrava l’unico vantaggio del pannello a dimensioni ridotte. Ebbene questo vantaggio viene totalmente a scomparire se il diffusore è progettato per essere posto a ridosso della parete di fondo. Ovvio che in tal caso la parete andrà acusticamente trattata con tendaggi pesanti o simili ma a fronte di un trattamento acustico corretto questa sarebbe la soluzione più prossima all’ideale in una stanza di ascolto reale.
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Massimo
L’argomento “pannello frontale” è altrettanto scomodo rispetto ai due sopra citati, lo è perché al pari di questi il “fiume” di progettisti odierni è pressoché tutto orientato verso la massima riduzione delle dimensioni del pannello frontale. Questo avviene principalmente per il supposto vantaggio di cercare di far sparire di più il diffusore dal momento che, soprattutto con sistemi reflex, questo viene collocato distanziato dalla parete di fondo ma questo è solo UNO degli aspetti che riguardano il pannello frontale e NON il più importante.
Il pannello frontale incide su:
1) Riflessioni nella stanza
2) Coesione tra gli altoparlanti
3) Impedenza di radiazione
4) Diffrazione sui bordi del pannello stesso
Il vantaggio addotto dalla riduzione del pannello frontale implica solo il primo di questi quattro punti…e gli altri?
Se cerchiamo un’emissione “d’effetto” possiamo disseminare altoparlanti ad una certa distanza tra loro e posti su pannelli separati…il risultato sarà un suono molto arioso ma privo di coerenza timbrica in quanto non c’è coesione su un supporto comune (appunto il pannello) che contribuisca a “fondere” tra loro l’emissione dei singoli altoparlanti. Quando non c’è un pannello comune gli altoparlanti risultano cioè acusticamente più “slegati” tra loro non riuscendo (o riuscendovi solo in parte) a dare l’impressione di un insieme coeso, questo è dovuto in gran parte ma non solo alla variazione dell'impedenza di radiazione: un altoparlante che debba coprire la gamma media da, supponiamo 600 a 5000Hz e si trova ad essere montato su un pannello di appena 10cm di larghezza verrà a cambiare la sua impedenza di radiazione al passaggio da angolo solido 2π steradianti a 4π steradianti in corrispondenza della λ/2 ovvero 344/10/2=1720Hz...ovvero da 1720Hz in giù (in piena gamma media) subirà un’attenuazione di 3dB a fronte del pannello ristretto generando quindi una irregolarità di risposta in una zona molto critica, irregolarità che essendo ben al di fuori delle frequenze di crossover non può essere adeguatamente corretta. Chi sa fare il proprio mestiere in questo ambito determina la larghezza del pannello e la collocazione degli altoparlanti in modo da far coincidere la zona di cambio impedenza di radiazione con la frequenza di incrocio o leggermente spostata in proprio favore per compensare piccole defaillance degli altoparlanti impiegati. Per farvi un esempio pratico: SL1000, pannello di 16cm, crossover a 1600Hz…344/16/2= 1075Hz…ovvero i +3dB di rinforzo sul tweeter partono leggermente prima dell’incrocio compensando la leggera defaillance della parte alta dei wf impiegati in D’appolito.
Per quanto riguarda l’aspetto diffrazione sul bordo è sufficiente un bordo arrotondato per diminuire drasticamente questo aspetto oppure un ottimo espediente è quello dell’impiego di “trombette” (come quelle impiegate sulle box Grundig professional) o di quadrati sagomati di feltro o altro materiale assorbente (come quelli impiegati sulle Rogers LS3/5a o sulle IMF super compact II) che assolvono proprio al compito di trattare l’onda emessa sul nascere a filo pannello (quindi a distanza paragonabile alla lunghezza d’onda minore) per rendere queste più direttive evitando per quanto possibile la diffrazione sui bordi del pannello frontale.
Come ultimo aspetto vorrei prendere in considerazione il primo, ovvero la presenza fisica a fronte delle riflessioni nella stanza che nelle premesse sembrava l’unico vantaggio del pannello a dimensioni ridotte. Ebbene questo vantaggio viene totalmente a scomparire se il diffusore è progettato per essere posto a ridosso della parete di fondo. Ovvio che in tal caso la parete andrà acusticamente trattata con tendaggi pesanti o simili ma a fronte di un trattamento acustico corretto questa sarebbe la soluzione più prossima all’ideale in una stanza di ascolto reale.
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Massimo