SAE X-25A...alcune curiosità

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M.Ambrosini
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SAE X-25A...alcune curiosità

Messaggio: # 11252Messaggio M.Ambrosini
mar 24 mar 2020, 8:53

In questi giorni (complice la clausura a cui siamo sottoposti), riguardando con curiosità ed un pizzico di nostalgia alcune vecchie riviste, mi è capitata per le mani la prova di questo amplificatore fatta da Stefano Sgandurra su Suono. Incuriosito dalla particolare circuitazione dello stadio finale (riportata solo come schema di principio dall'autore dell'articolo), ho cercato in rete lo schema vero e proprio al fine di comprendere meglio pro e contro. Quella serie di amplificatori (si parla del 1981) era costituita da tre modelli: x10, x15 e x25...in rete l'unico schema che sono riuscito a trovare è quello dell'X25.
Ad una prima occhiata mi sono accorto subito di qualcosa di strano che ho cerchiato in rosso nello schema.
Sono presenti due resistenze da 2,7 ohm che hanno ciascuna ai capi una tensione di 80V ??? Ciò comporterebbe una corrente di 30A ed una dissipazione (ciascuna) di 2370 Watt !! Assolutamente impossibile.
E se nello schema si fossero dimenticati una "K"...magari anche volutamente?
Se infatti tali resistenze fossero da 2,7K il tutto funzionerebbe adeguatamente e con una corrente di 30mA, ciascuna dissiperebbe 2,3W...abbondantemente dimensionata dal momento che è da 10W.

Beh...sapete che sono più curioso di una scimmia e stavo già cercando in rete di acquistare uno di questi ampli solo per la curiosità di vedere se avevo ragione su questo valore!
Poi ieri facendo una ricerca per immagini mi sono ritrovato su un sito asiatico alcune foto dell'interno (che riporto) e da cui si vede chiaramente che queste resistenze sono da 2,7K !
sae2.jpg
sae.jpg
A parte il fatto che nessuno (in quarant'anni...) sembra si sia accorto di questo errore sullo schema, vien da chiedersi se sia stato accidentale o voluto per fare esplodere eventuali tentativi di plagio.
Del resto una resistenza da 10W utilizzata normalmente con una dissipazione di 2,3W non si rompe mai per cui non capita mai di metterci le mani...mentre chi si avventurasse in un tentativo di scopiazzamento partendo dallo schema, avendo competenza zero in tema di progettazione, farebbe all'istante un bel falò.
Approfitto dell'occasione per un'analisi sul merito di tale circuitazione, una volpata che permette a piena ragione di dare in pasto alla gente ciò che la gente cerca ovvero poter apporre a pieno titolo la dicitura "Classe A" sul frontale dell'apparecchio. A scanso di equivoci faccio una premessa: nessun SAE ha un suono dotato del benchè minimo bagliore di quella che qui si definisce "sonorità"...siamo proprio distanti
Vale però la pena vedere il circuito per la genialità di chi l'ha progettato nel prendere agevolmente per i fondelli l'intera comunità audiofila.
Lo schema infatti a fronte dell'impiego delle due resistenze incriminate e di due diodi Schottky permette ad ogni banco di transistor finali di non spegnersi mai (da cui la dicitura Classe A), ma nei confronti del carico difatto si comporta come un normale classe AB con la differenza che la commutazione avviene non a causa dell'interdizione dei finali ma a causa della commutazione dei diodi Schottky, diodi a bassa tensione di soglia e ad alta velocità di commutazione. Se poi una maggior velocità di commutazione (anzichè una commutazione soft come avviene normalmente in un classe AB) comporti dei vantaggi beh...su questo permettetemi di avere mooooolti dubbi dal momento che in gioco c'è un loop di retroazione, ma dal momento che sono per natura sempre possibilista, ne' approfitterò di questo periodo per provare anche questa soluzione valutandola come al solito nell'unico modo possibile: con le orecchie.

Comunque la differenza di valore di una decina di euro (quattro resistenze di potenza e quattro diodi) ha consentito di alzare i prezzi di questi modelli ad importi ben maggiori rispetto ai modelli in classe AB dello stesso marchio.
Un esempio perfetto di come una soluzione dalla dubbia utilità possa venire sfruttata commercialmente, presentata in pompa magna, generando curiosità ed interesse tra gli appassionati.
ipsa historia repetit.
Massimo

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myfisite
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Re: SAE X-25A...alcune curiosità

Messaggio: # 11253Messaggio myfisite
mar 24 mar 2020, 9:31

Marco A.

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M.Ambrosini
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Re: SAE X-25A...alcune curiosità

Messaggio: # 11254Messaggio M.Ambrosini
mar 24 mar 2020, 12:04

myfisite ha scritto:
mar 24 mar 2020, 9:31
Che ne pensi degli schemi di Stochino (da qualcuno tanto esaltati)?

https://linearaudio.nl/sites/linearaudi ... o%20ff.pdf
http://www.keith-snook.info/wireless-wo ... 0power.pdf
Ho dato un'occhiata veloce e direi che quanto riportato dagli articoli che hai linkato (comunque interessanti) rispecchia quello che è, anche attualmente, l'approccio progettuale prevalente: la ricerca della prestazione mirabolante.
Distorsione e velocità in questo caso.
E' come se cercassimo un auto da 300Km/h trascurando la sua prestazione in fatto di comodità e non valutando che il limite in autostrada è di 130Km/h.
E' in sostanza quanto ho recentemente scritto qui.
Ho ancora per le mani la rivista con la suddetta prova del Sae x25: nessuna tim in un amplificatore che eroga 280W/8Ohm con una banda passante di 90KHz (più che sufficiente)...con appena uno slew rate di 24V/uS...
In medio stat virtus.
Poi per carità, è un approccio rispettabile anche quello di Stochino ma personalmente credo che dovremmo non perdere mai di vista "la palla" ed evitare tutte quelle inutili complicazioni che vengono poste in atto solo al fine di ottenere la singola prestazione eccezionale ma che difatto non servono a nulla o sono addirittura svantaggiose al fine sonoro. Progettare un amplificatore (come è il caso dell'ampli con s/r di 300V/us) che ha addirittura stadio di ingresso e vas funzionanti in classe AB al fine di gestire gli ampi segnali di correzione in gioco è, dal mio personalissimo punto di vista, un esercizio fine a se stesso che non comporta all'atto pratico alcun vantaggio. Idem per quanto riguarda la ricerca di distorsioni al limite del misurabile. Mentre per contro si trascura un aspetto fondamentale (per il suono): limitare il più possibile il numero di ingressi fittizi (vedi i molteplici punti di massa) e non vedo inoltre misure relative all'impedenza di uscita...altro aspetto fondamentale.
Questo posto che il 75-80% della qualità sonora di un amplificatore non dipende dal suo circuito, se esso è sufficientemente lineare su carico reale, ma da altro come (qui) ben sappiamo.
Massimo

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M.Ambrosini
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Re: SAE X-25A...alcune curiosità

Messaggio: # 11263Messaggio M.Ambrosini
mer 25 mar 2020, 8:57

Provato ieri pomeriggio la soluzione SAE...la differenza si evidenzia come una certa perdita di dinamica ed un certo appiattimento sonoro.
Questa è una soluzione "furba" sulla carta ma che comporta più svantaggi che vantaggi all'ascolto: le due resistenze da 2,7K (che adattate sullo schema di un ampli LT diventano da 1,8K) non solo riportano i disturbi delle barre di alimentazione direttamente sull'uscita (certo, tali disturbi vengono azzerati grazie alla bassa impedenza di uscita closed loop ma comportano comunque un lavoro di correzione che coinvolge la rete di retroazione), ma difatto causano un problema ancora maggiore (che pare pure sia sfuggito a chi ha analizzato in passato tale rete...) ovvero una maggior fluttuazione della corrente di riposo in funzione del punto di lavoro termico.
In condizioni di riposo infatti la corrente che scorre sui finali del banco NPN non viene a chiudersi solo sul banco PNP ma sul partitore formato dalla resistenza da 2,7K e dal banco PNP. La parte di corrente che viene a chiudersi sul banco PNP deve oltrepassare anche i due diodi schottky che hanno una curva di conduzione tensione/corrente molto ripida, ciò significa che la loro resistenza diretta varia sensibilmente a fronte di minime variazioni della tensione ai loro capi...e queste variazioni si hanno a fronte della normale fluttuazione termica dei transistor finali in funzione del programma musicale (che fa variare il loro beta e quindi di conseguenza anche la tensione ai capi degli schottky). In soldoni : se con una temperatura X supponiamo che la corrente di chiusura del banco NPN sia spartita a metà tra il banco PNP e la resistenza da 2,7K, tale spartizione cambierà continuamente in funzione di quanto sta scaldando ISTANTANEAMENTE l'amplificatore e quindi la polarizzazione sui finali fluttuerà notevolmente in funzione del programma musicale.
Considerato che un amplificatore in classe A vera ha come unico vantaggio effettivo la maggior stabilità dinamica del punto di lavoro, in questo caso proprio su questo aspetto il comportamento è invece peggiorativo rispetto a quello che si avrebbe con un comune classe AB.
Massimo

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