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Sonorità, colorazioni, trasparenza (tutorial ascolto)

Inviato: mer 10 apr 2019, 7:36
da M.Ambrosini
Un piccolo tutorial per l’ascolto riservato ai neofiti ma anche a chi magari tende a fare un po’ di confusione :)
Sonorità, colorazioni, trasparenza, tre caratteristiche tra loro intimamente connesse al punto che non è possibile cambiarne una senza cambiare le altre.
L’alta fedeltà per definizione ha come obiettivo la riproduzione il più possibile esatta di quanto presente sul supporto, sia esso un nastro, un LP o un CD. Non essendo però tale obiettivo confutabile da nessuno (neppure da chi le registrazioni le ha effettuate dal momento che il monitoraggio stesso comporta i medesimi errori di fedeltà), possiamo valutare come obiettivo di questa bella passione, senza dubbio più pragmatico, la ricerca in senso lato della sonorità, ovvero della riproduzione di suoni che siano il più possibile simili, a livello percettivo, rispetto a quelli che udiamo da strumenti musicali reali. Per fare ciò serve ricchezza timbrica e l’unico modo per ottenerla è non perdere informazioni per strada. Non perdere informazioni significa letteralmente essere dotati della massima trasparenza possibile. Va da se che sonorità e trasparenza pur avendo due significati diversi, vadano sempre “a braccetto”…non può esistere l’una senza l’altra.
Agli antipodi di queste caratteristiche stanno le colorazioni, ovvero quelle caratteristiche PROPRIE degli apparecchi dediti alla riproduzione, che impediscono la piena realizzazione della sonorità. La colorazione di un suono può avvenire a causa di una carenza di linearità (misurabile con una semplice risposta in frequenza in ambiente nel punto di ascolto) o a causa della carenza di trasparenza di ogni singolo elemento della catena audio.
Un sistema colorito determina sempre fatica di ascolto in modo più o meno presente ed un suono che si allontana dal rispetto per la musica. Più si riescono a bandire le colorazioni da un sistema audio e più il suono viene a liberarsi, ovvero non da l’impressione di forzare e invece assume vivacità e freschezza come fosse un respiro di aria fresca primaverile. Quando il suono si libera non ci si preoccupa di scegliere il “disco buono” perché in ogni disco, pur con le diversità di qualità che ben conosciamo, si riscontra qualcosa di buono, di ogni disco vengono massimizzate le qualità (ma anche evidenziati i trucchi del fonico), ogni singola nota sembra voler affermare la propria autenticità. In un sistema trasparente vengono ovviamente a trovare massima espressione i dischi registrati in modo naturale i quali evidenziano una vera e propria metamorfosi mettendo in luce la loro vera natura (chi ha in casa il vecchio “Burn your blues”, unico disco blues al mondo registrato con due soli microfoni ed in "direct to tape" lo sa bene…).
Se un sistema è dotato di trasparenza/sonorità appena si ha un attimo di tempo si corre a riaccendere l’impianto per poter rivivere certe esperienze, riascoltando quelle sottigliezze di intonazione, quella delicatezza espressiva che permettono di apprezzare anche quegli artisti che basano fondamentalmente su queste caratteristiche la propria arte.
Ascoltare attraverso un sistema dotato di sonorità non significa subire passivamente gli eventi ma interagire con essi…ed è proprio per questo vantaggio che val la pena impegnarsi.