King Crimson: In the Court of the Crimson King
Pubblicato nel 1969 era ed è anni luce 'avanti'. Una sintesi tra rock sinfonico e progressive con una spruzzata di musica sperimentale.
Un CAPOLAVORO assoluto senza se e senza ma. Probabilmente l'album più influente e fondante del rock progressive.
Un giovane Greg Lake pre Emerson, Lake & Palmer al basso e voce per brani che sono entrati prepotentemente nella Storia.
Michael Giles, uno dei batteristi che probabilmente più ispirò Bill Bruford, futuro batterista della band che, a fasi alterne, non avrebbe più abbandonato dividendosi tra i King Crimson, gli Yes e molti altri.
Robert Fripp, geniale compositore e virtuoso chitarrista, inventore della frippertronics (cercatela su wiki...). Ha lavorato e collaborato con 'il mondo'.
Per gli altri approfondimenti vi rimando all'ampio spazio riservato nella pagina di Wikipedia, leggetevela che merita il vostro tempo.
Certamente l'album da portare con se sulla proverbiale isola deserta. Orgasmico e più riprese. Una copertina tra le più famose del mondo.
SE decidete di voler conoscere il mondo progressive è l'album da cui partire.
Incisione mediocre che Fripp ha cercato di 'recuperare' a più riprese. Buona l'opera di rimasterizzazione del quarantesimo anniversario, ripulita, arricchita ed equalizzata piuttosto saggiamente ma, a mio avviso, si perde le assonanze e dissonanze che contraddistinguono il mix originale che, benchè appaia più povero, è emotivamente più appagante. IO lo ascolterei anche su una cassetta smagnetizzata e masticata da un mangiacassette difettoso...
Chi non lo conoscesse ancora si faccia un regalo e se lo porti a casa. Per questo mi aspetto un grazie...
PS già che ci siete guardatevi anche Buffalo 66, un film scritto, sceneggiato, interpretato e diretto da Vincent Gallo che firma anche le musiche, alle quali affianca brani degli Yes e dei King Crimson. In particolare Moonchild contenuto nell'album oggetto di questo post e 'ballato' da una Cristina Ricci assolutamente da vedere.