Confesso a dire il vero che non avevo ancora ascoltato in mansardina ne' i Geloso ne' il DR3 da quando li ho acquistati.
Ieri mi è girata la luna e li ho ascoltati entrambi, soprattutto incuriosito dalla verifica delle "prestazioni" del mattone.
La cosa più impressionante di questo mattone è il peso, 12,2 Kg non sono uno scherzo e stupiscono non poco quando ci si accinge a sollevarlo.
All'ascolto il DR3, una volta ben scaldato, suona in modo simile a come ricordavo i DR3B, forse un poco più lucido, meno impastato del "B" (ma sono passati troppi anni per cui la mano sul fuoco non ce la metto), con un timbro abbastanza convincente pur se con uno spazio ricreato che è lontano dalla prestazione di un full CCI. Il mattone curiosamente dona un poco di corpo in più che però lo si paga ulteriormente in termini di spazio e ariosità. Sembra un palliativo per truccare una donna che pur non essendo brutta non si può dire sia neppure bella. La sonorità di questo amplificatore (complice la sua particolare conformazione telaistica) è comunque anni luce da quanto normalmente sfornato dallo stato solido esoterico (soprattutto attuale) in cui la parola "timbro" sembra essere assolutamente sconosciuta, spiace solo che chi lo ha e lo apprezza creda di essere "arrivato", non concedendo a se stesso il beneficio del dubbio. I due Geloso in versione "solo finale" (vedi viewtopic.php?f=20&t=601 ) hanno invece fornito una prestazione degna di nota, surclassando in termini di spontaneità/libertà il DR3 e raggiungendo un livello di ascolto non distante da un full CCI con solo un lieve accenno (avvertibile solo su alcuni brani) di microfonicità. Una bella prestazione che, date le ottime condizioni in cui ho trovato questi due storici esemplari, me li fa conservare ancor più volentieri.
Al prossimo meeting si potranno ascoltare entrambi.