Non riesco a condividere questa vostra visione sempre negativa ed impossibilitante del mercato, così come non credo che il povero consumatore sia ignara vittima dei condizionamenti, né che sia sempre incapace di percepire il valore di ciò che gli viene proposto.
Non "a volte" Filippo...puoi dire sempre. L'effettiva validità di un prodotto non viene MAI percepita dal grande pubblico (può essere triste doverlo ammettere ma è la realtà)...ciò che viene percepita è la convinzione di una superiorità dovuta ad una maggiore forza pubblicitaria (in senso lato) di chi ha maggiore potere per metterla in atto.
Ma dai, è fin troppo facile dire così, ma cerchiamo di essere obiettivi.
Linear Transfer non si rivolgerebbe certo ad un grande pubblico, e l'hifi in generale neppure: ha finito di farlo già negli anni '90
Ci sono, comunque, esempi che provano il contrario: una parte significativa dei consumatori prende decisioni piuttosto chiare e consapevoli, influenzate in piccola misura da marketing e comunicazione: ovviamente, non vale in egual misura per tutti i settori di mercato, né per tutti i segmenti: così su due piedi mi viene alla mente Miele che, nell'inflazionato settore (di massa come pochi) degli elettrodomestici ha sempre mantenuto la propria "mission" aziendale: a fronte di investimenti sul marketing più limitati rispetto alla concorrenza, ha sempre puntato sulla qualità superiore del prodotto, con buoni risultati.
Ma perché non ci chiediamo, piuttosto, COSA VUOLE il consumatore? E, soprattutto, perché non possiamo accettare con serenità che la caratteristica che per noi è assolutamente fondamentale, per altri lo sia meno, o lo sia solo se accompagnata da altre? Una volta fatto questo, si rovescia la domanda: io (o l'azienda in esame) COSA OFFRO? A chi dunque lo devo offrire?
In merito a come vedrei io l'attività imprenditoriale di LT, devo dire che non ci ho mai pensato: sto mettendo insieme qualche idea, magari ne scriverò con più calma.