Gigantismi e megalomanie

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myfisite
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Re: Gigantismi e megalomanie

Messaggio: # 567Messaggio myfisite
mer 14 mar 2018, 15:13

Un altro aspetto da considerare è che anni fa era del tutto normale che i dischi più venduti avessero anche una qualità sonora "hifi" (diciamo così per intenderci). Senza scomodare i Pink Floyd, quasi tutta la musica commerciale che passava nelle classifiche (per fare qualche nome: Queen, Rolling Stones, Dire Straits, Toto ma anche i primi LP di Dalla e Vasco) era quasi sempre ben registrata e andava perfettamente "a braccetto" con l'ascolto hifi facendo da incentivo alla vendita degli impianti. In quel periodo tutti ma proprio tutti fra amici, parenti, amici di scuola avevano almeno un piccolo impianto e, visto che erano pochi quelli in grado di permettersi AR e Marantz, giravano tanti compattoni con giradischi integrato che, seppure non di marca, suonavano in modo coinvolgente. Col passare degli anni la qualità delle registrazioni cominciò a calare drasticamente (sto parlando dei pezzi hit, quelli che fanno classifica, non delle incisioni di nicchia di classica, jazz, ecc.). Di conseguenza, la musica commerciale rimase un fenomeno di massa ma l'impianto hifi cessò la sua funzione di interprete privilegiato del brano musicale.
Marco A.

andreamilano
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Re: Gigantismi e megalomanie

Messaggio: # 575Messaggio andreamilano
mer 14 mar 2018, 19:01

myfisite ha scritto:
mer 14 mar 2018, 15:13
Un altro aspetto da considerare è che anni fa era del tutto normale che i dischi più venduti avessero anche una qualità sonora "hifi" (diciamo così per intenderci). Senza scomodare i Pink Floyd, quasi tutta la musica commerciale che passava nelle classifiche (per fare qualche nome: Queen, Rolling Stones, Dire Straits, Toto ma anche i primi LP di Dalla e Vasco) era quasi sempre ben registrata e andava perfettamente "a braccetto" con l'ascolto hifi facendo da incentivo alla vendita degli impianti. In quel periodo tutti ma proprio tutti fra amici, parenti, amici di scuola avevano almeno un piccolo impianto e, visto che erano pochi quelli in grado di permettersi AR e Marantz, giravano tanti compattoni con giradischi integrato che, seppure non di marca, suonavano in modo coinvolgente. Col passare degli anni la qualità delle registrazioni cominciò a calare drasticamente (sto parlando dei pezzi hit, quelli che fanno classifica, non delle incisioni di nicchia di classica, jazz, ecc.). Di conseguenza, la musica commerciale rimase un fenomeno di massa ma l'impianto hifi cessò la sua funzione di interprete privilegiato del brano musicale.
Quoto.
Andrea

iopoipoi
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Re: Gigantismi e megalomanie

Messaggio: # 598Messaggio iopoipoi
gio 15 mar 2018, 10:10

mah, io anche qui sarei cauto, mi sembra un pò generalizzare, anche perchè gli esempi sopracitati sono di gruppi Rock, genere che andava nel periodo ma che ha alcune caratteristiche soniche e di registrazione che nei generi più in voga attualmente non ci sono, anche la voce è sempre trattata diciamo attualmente,anche se non significa che sia una pessima registrazione.

Ma sulla qualità delle registrazioni, se escludiamo quei fenomeni legati alla loudness war, non saprei. Però a livello logico ci sta come nesso, non sono convinto sia così nella realtà.

Se mi prendo un disco dei Ricchi e Poveri d'annata o uno di Jovanotti di adesso credo che quello di Jovanotti sia registrato meglio, però non avendo ascoltato tutti i dischi dei Ricchi e Poveri non potrei dirlo con certezza, credo sia una suggestione interessante ma non so quanto vera.
Restando i Italia, i dischi di Zucchero son registrati male? Ligabue? cerco nomi mainstream giusto per seguirvi nel vostro ragionamento commerciale/da classifica.

I dischi dei duran duran erano registrati bene?
i primi Queen son registrati bene? Anche sugli stones io qualche dubbio lo avrei, però non li conosco tutti davvero, quindi mi sembra un pò di sparare nel mucchio, lo stesso Springsteen di inizio 80 è registrato bene? non so eh, sto sparando nomi a caso, tranne i queen dei 70 che davvero non mi sembrano stò portento di produzione
Marco

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fantabaffo
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Re: Gigantismi e megalomanie

Messaggio: # 624Messaggio fantabaffo
gio 15 mar 2018, 12:46

myfisite ha scritto:
mer 28 feb 2018, 9:18
Morale: l'hifi di qualità da molti non viene più percepita come valore aggiuntivo all'ascolto della musica, anche se gliela fai provare sulla pelle.
Parto con piacere da questa frase di Marco, che reputo corretta, nonché specchio dell'attuale situazione.

Io eviterei di partire sempre, come moltissimi tendono a fare in ogni discussione che analizza le ultime evoluzioni storiche, dai "soliti" concetti di impoverimento di valori, di attitudini, o comunque da un'idea di generale scadimento della società.

L'EVOLUZIONE MUSICALE: Non è certo facile negare un generale appiattimento qualitativo della produzione musicale negli ultimi 30 anni: è un naturale specchio della massificazione, ovvero della maggiore possibilità delle masse di attingere al mercato musicale, determinandone quindi (in base ai grandi numeri da esse prodotti) una modifica nell'offerta. Parafrasando, 50 anni fa esisteva una selezione su base economica di chi si approcciava alla musica: chi alimentava il mercato musicale erano gli abbienti, ma soprattutto gli appassionati, che sceglievano la musica tra le poche attività alla quale attribuire una parte del loro reddito. Per farla ancora più spiccia, ora la musica costa poco, e dunque, l'utente medio non è più l'appassionato, bensì la persona comune di scarse competenze musicali; questa è l'utenza che muove le grosse somme di denaro, dunque questa è l'utenza che determina (con la bassa competenza che la caratterizza) le nuove produzioni musicali.

Vivaddio, questa contrazione dei costi del "prodotto musica" ha comunque consentito di far nascere e mantener vivo un folto sostrato di musica di qualità di svariati generi, quasi sempre non fruita dalla massa ma dagli utenti più appassionati; da ciò consegue che quello che faceva numero negli anni '70, che dunque veniva programmato in radio, pubblicizzato sui quotidiani e recensito sulle riviste, era ciò che faceva massa allora: "scelto" da utenti più competenti e consapevoli, e (se ne aveva le caratteristiche) diffuso anche a chi aveva meno passione; tuttora, naturalmente, la grande diffusione è tutta orientata a ciò che l'utente "numeroso" attuale sceglie. Capiterà dunque di rado di avere grandi capolavori senza tempo nella proposta musicale di massa, tuttavia potremo trovare capolavori nelle produzioni più specialistiche.

L'EVOLUZIONE AUDIO: Naturalmente, i meccanismi seguiti sono simili a quelli esposti sopra; io aggiungerei due precisazioni.
1 - l'aumento di produzioni musicali elettroniche (che non hanno raffronto con strumenti musicali reali), e i forti trattamenti delle attuali incisioni (usati per incontrare le esigenze di semplicità di ascolto dell'utente di massa odierno) fanno sì che non ci sia una reale necessità per l'utente medio di una riproduzione realmente fedele della musica
2- se 30 anni fa l'alternativa era tra radiolina ed impianto hifi (il cui costo era sempre e comunque importante: ricordo da bambino quando questa o quella famiglia di amici aveva, in un determinato periodo, "acquistato LO STEREO", si trattava di un evento quasi prestigioso), attualmente apparecchi da poche decine di euro consentono comunque ascolti "soddisfacenti" , ovvero privi di evidenti limitazioni in gamma bassa, gamma alta ed in termini di volume prodotto (al contrario delle radioline, appunto), e dunque l'impianto hifi di qualità, che negli anni '70 era diventato, seppur costoso, un bene "di massa" (la massa, più ridotta, degli appassionati e competenti di cui sopra, che acquistavano "lo stereo") ora vede ristretta la propria diffusione all'utente competente attuale, lo stesso (come paragone) che in ambito musicale acquista musica di qualità di produzioni specialistiche.

Per concludere, si tratta di una evoluzione che non piace a me e non piace a nessuno, ma è del tutto fisiologica, e (per fortuna) non ha ucciso la musica di qualità e l'audio di qualità, ma ne ha spostato il peso e le modalità di proposta e fruizione, determinandone (come nel caso dell'hifi eso) delle deviazioni a volte antipatiche, che comunque esistono in ogni settore di mercato "di nicchia".
Alessio

iopoipoi
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Re: Gigantismi e megalomanie

Messaggio: # 653Messaggio iopoipoi
ven 16 mar 2018, 12:13

che dire Alessio, ovviamente non solo è condivisibile, non si tratta nemmeno di un'opinione, è un dato di fatto quanto enuclei in modo molto chiaro e ancora una volta mi trovi concorde ovviamente come si sarà capito.

Però stavolta non su tutto, cioè, io non credo che questo fenomeno abbia tolto qualcosa, ha solo aggiunto.
Non è che non esistono più gli impianti che ti fanno ascoltare bene (mettiamo tra parentesi il CCI in stì discorsi), non è che non esistono più le buone registrazioni etc.etc., ha solo ampliato la platea e ampliato le possibilità, io di questo non posso che esserne felice sotto enne punti di vista, ovviamente.

e questo è un altro aspetto del controsenso in cui si incappa, quando nell'altro post Marco diceva che pensava al bene comune io credo che sia meglio di milioni di persone ascoltino meglio piuttosto che le radioline no? Qualcuno di questi poi potrà crescere anche nella passione e negli ascolti, come avviene con tutte le passioni, uno parte dalla compatta e finisce con la reflex pro, esempio a caso.

infatti non capisco quando dici che è un'evoluzione che non ti piace, perchè? che ti ha tolto? che in classifica c'è latino americana e r&b piuttosto che rock n roll?
sì ok, anche a me son generi che non piacciono ma amen, la stessa evoluzione mi ha dato la possibilità di ascoltare tutto quello che voglio ovunque, siamo oramai slegati dalle classifiche o da ciò che passa la radio o il negozietto sotto casa.

che mio figlio invece che abbracciare la chitarra tra qualche anno si prende un piatto da dj o smanetterà su qualche computer? e questo è un elemento serio o solo nostalgia e anche il segno che sto invecchiando o il fatto che uno giudica sempre dal soggettivo senza provare a distinguere tra propri gusti e fatti/realtà altrui?

che la gibson fallisce? ok amen, sia quanti produttori artigianali esistono di chitarre che grazie al web da uno scantinato di tel aviv possono farci arrivare prodotti meravigliosi?

qual è il nostro danno in tutto questo? io non solo non lo capisco, ma credo che sia legato a elementi personali soggettivi e generazionali

tornando all'inizio del discorso, che il brand xyz venda un prodotto a milioni di miliardi di talleri, a me che mi cambia? è quello l'unico modo oggi per ascoltare bene? e proprio noi che siam partiti da Grundig abbiamo questa posizione?
Marco

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fantabaffo
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Re: Gigantismi e megalomanie

Messaggio: # 656Messaggio fantabaffo
ven 16 mar 2018, 13:14

Marco, non posso dire se non : "hai ragione."
Preso dalla foga, ho fatto una veloce quanto grossolana correlazione, dunque ti spiego cosa non mi piace, fermo restando che nella fattispecie hai pienamente ragione.
Hai ragione nel dire che a differenza di 30 anni fa, oggi anche un non appassionato può godersi della musica con soddisfacente qualità senza compromettere le proprie finanze, e questo vale in molti altri ambiti. (restringiamo il campo al mondo civilizzato per evitare divagazioni ancor più ampie).
Sai cosa non mi piace?
Mercato = meritocrazia (in un macrosistema). E ciò è vero finché l'acquirente ha un minimo di competenza in merito all'oggetto delle proprie attenzioni.
Purtroppo, il sistema mercato ha dimostrato di non essere un sistema perfetto ed autoequilibrante (e qui do ragione a Marco Amboldi), e la grande massificazione di uno specifico mercato va a creare un processo di "legittimazione dell'incompetenza", in quanto il grosso numero viene garantito da chi competenza non ne ha, e questa determinazione di mercato, seppur legittima, porta anche una serie di conseguenze poco edificanti. Tra tutte, il sopravvenire della forza del marketing sulla qualità effettiva. Dirai tu: mica c'è nulla di male nemmeno qui. Opinione personalissima è che questo tipo di processo vada verso mercificazione molto spinta, che porta (ad esempio) alla perdita del know-how di molte aziende leader (know-how che non serve più) a scapito di tutto il mercato; alla conseguente riduzione media (in capo ad una generazione) della coscienza e dunque della competenza in quel determinato ambito (la competenza della "massa" è bassa, ma non certo nulla), eccetera; una sorta di effetto valanga. A tal proposito mi fa sorridere il problema della contraffazione: laddove il PRODOTTO offerto ha un valore molto più basso rispetto alla cifra richiesta (il "valore del marchio"), non ci si può stupire più di tanto che si sviluppi la contraffazione.

Questa "legittimazione dell'incompetenza" si può vedere anche in ambiti di politica e di attualità.
Permettetemi un esempio tanto sentito in questi periodi: mi fa sorridere che molti antivaccinisti si appellino addirittura alla costituzione per avvallare le proprie tesi, ignorando che è proprio la costituzione che (per fortuna) difende tutti noi, in quanto in uno stato di diritto la libertà personale è sempre intoccabile, con l'unica eccezione della situazione in cui essa vada a ledere il bene comune: nel qual caso cede il passo, e proprio in quel caso sono stati previsti i TSO di cui fa parte da decenni l'obbligo vaccinale.
Se vogliamo, oltreché essere uno dei limiti del libero mercato, esso è anche uno dei limiti della democrazia: ormai da questo punto di vista ho maturato la personale idea che il voto dovrebbe essere subordinato ad un test di "conoscenza base" e ad eventuali brevi "corsi di recupero", naturalmente a carico della collettività: sarebbe a mio avviso un grande apporto al bene comune il poter innalzare il livello medio di competenza degli elettori (mi ci metto anche io, sia chiaro) in merito alla materia politica, cosicché il diritto di voto venga espresso con maggiore consapevolezza.

Mi rendo conto di avere divagato e me ne scuso, e mi rendo anche conto di non essere poi stato molto chiaro...
Intendevo solo chiarire che questo processo, che io trovo migliorativo quanto te Marco da moltissimi punti di vista, va però (a mio avviso) a portare anche delle conseguenze negative, laddove si scontra con dei limiti del "sistema" (nel nostro caso, il sistema mercato)
Alessio

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Re: Gigantismi e megalomanie

Messaggio: # 658Messaggio iopoipoi
ven 16 mar 2018, 13:32

beh Alessio, anche in questo caso la tua non è un'opinione, ma un dato di fatto, impossibile non condividere quanto dici.
L'unico elemento dove ci differenziamo è che può piacerci o meno, però io sono convinto che sia meglio così. Sai è un discorso molto ampio come dici tu, e l'esempio dei vaccini è lampante, ma è avvenuto proprio perchè persone con scarse conoscenze hanno ampliato le proprie: in modo errato, è vero, però le hanno ampliate.

è uno dei grandi paradossi dello sviluppo e della democrazia, della libertà anche. La libertà che tutti possano esprimere opinioni anche chi non ha tutti gli strumenti per supportarle a pieno.
ma questo sappiamo tutti che è un bene, perchè ci sono gli strumenti per far capire che errano.

diverso è il discorso se questa "legittimazione dell'incompetenza", come la chiami in modo esemplare possa non solo essere sinonimo di libertà e democrazia ma possa anche produrre danni: in questo caso allora tutti i miei discorsi si scontrano con la realtà, ma anche i discorsi di chi ha supportato questa "legittimazione dell'incompetenza", come dico sempre il temo restituisce verità.
Marco

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Re: Gigantismi e megalomanie

Messaggio: # 679Messaggio fantabaffo
sab 17 mar 2018, 16:28

iopoipoi ha scritto:
ven 16 mar 2018, 13:32
beh Alessio, anche in questo caso la tua non è un'opinione, ma un dato di fatto, impossibile non condividere quanto dici.
L'unico elemento dove ci differenziamo è che può piacerci o meno, però io sono convinto che sia meglio così. Sai è un discorso molto ampio come dici tu, e l'esempio dei vaccini è lampante, ma è avvenuto proprio perchè persone con scarse conoscenze hanno ampliato le proprie: in modo errato, è vero, però le hanno ampliate.

è uno dei grandi paradossi dello sviluppo e della democrazia, della libertà anche. La libertà che tutti possano esprimere opinioni anche chi non ha tutti gli strumenti per supportarle a pieno.
ma questo sappiamo tutti che è un bene, perchè ci sono gli strumenti per far capire che errano.

diverso è il discorso se questa "legittimazione dell'incompetenza", come la chiami in modo esemplare possa non solo essere sinonimo di libertà e democrazia ma possa anche produrre danni: in questo caso allora tutti i miei discorsi si scontrano con la realtà, ma anche i discorsi di chi ha supportato questa "legittimazione dell'incompetenza", come dico sempre il temo restituisce verità.
Correttissimo questo punto di vista: la storia sicuramente darà risposte in merito, e concettualmente non abbiamo ragione per parlare di una situazione maggiormente negativa rispetto al passato. Unico appunto: ciò che la storia insegna, (e che tendiamo a prendere come esempio per interpretare la realtà attuale) è che l'evoluzione delle epoche può essere grossolanamente paragonata al corso di una parabola con convessità verso l'alto, e delle situazioni critiche quando il "livello" scende sotto una certa soglia: tuttavia, non è assolutamente certo né che ci troviamo nella fase discendente di questa parabola, né che siamo comunque sufficientemente avanti da essere prossimi ad alcuna fase "critica".

Siamo andati probabilmente molto "oltre" l'argomento proposto... mi scuso con tutti voi. :)
Alessio

iopoipoi
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Re: Gigantismi e megalomanie

Messaggio: # 750Messaggio iopoipoi
mar 20 mar 2018, 13:44

d'accordo come sempre..

ho io un link interessante per tornare in tema:

https://it.businessinsider.com/apple-ha ... scia-alta/

chiaro, sono rumors, vedremo, ma è un segnale molto interessante secondo me sulla situazione audio attuale
Marco

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