L'hi-fi è morta?

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fantabaffo
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L'hi-fi è morta?

Messaggio: # 7439Messaggio fantabaffo
dom 19 mag 2019, 18:40

Anno 2019: possiamo sostenere che il mercato dell'hi-fi è ormai morto e defunto da tempo, e con esso una gran parte delle grandi (e meno grandi) aziende dell'elettronica dei tempi d'oro.
Ma quanto è realmente corretta questa affermazione?
La disamina è senz'altro lunga ed articolata, ma proviamo ad iniziare un percorso.

L'hi-fi è morta?

Spoilero subito malamente la risposta finale: l'hi-fi non è morta, anzi: a quanto pare il settore hi-fi sta godendo di una fase di considerevole espansione, visto che il volume d'affari complessivo è stato di 10.6 Miliardi di Dollari nel 2015, e si prevede di superare quota 16 Miliardi di Dollari nel 2022. Si tratta di cifre in assoluto rilevanti.
Ma, dunque, perché riteniamo morto il settore dell'hi-fi? Si tratta di una sentenza corretta, o di una fuorviante descrizione dovuta alla nostra incapacità di accettare i cambiamenti e le evoluzioni occorse al nostro settore negli ultimi 20 anni?
Come spesso accade, la risposta corretta non esiste: con ogni probabilità, la verità sta nel mezzo e dunque ci ritroviamo con un settore mutato in modo sostanziale, tanto da non permetterci più di riconoscere in esso ciò che un tempo invece ci vedevamo; di sicuro, però, la scomparsa di una vastissima rosa di aziende che operavano nel settore hifi home fino agli anni '90 è una realtà inoppugnabile. Segno senz'altro di tempi che sono cambiati strada facendo, con mercati emergenti in grado di produrre ed esportare a prezzi competitivi, e segno che anche le esigenze sono mutate, in forza all'evoluzione tecnologica che ha permesso di avere apparecchiature sufficientemente performanti a costi sempre più ridotti, nonché con ingombri via via sempre inferiori, relegando il vecchio ed ingombrante impianto hifi alla soffitta o alla discarica.

Andiamo oltre.
Buona parte di questi 10 Miliardi di Dollari vengono spesi per apparecchiature wireless: così dicono le note introduttive di un report di mercato per noi (purtroppo) irraggiungibile elaborato nel 2015 da Marketsandmarkets, e tuttavia non ci aspettavamo nulla di diverso. Si tratta di hifi? Non sempre, ma dobbiamo considerare che il nostro caro mercato dell'hifi degli anni '70 annoverava anche apparecchiature che di hifi avevano ben poco (ricordate lo Stereorama 2000 della Selezione?), ed in tal senso possiamo affermare che le soundbar più economiche possano riprodurre il brano di mahmood con risultati sonori qualitativamente non dissimili da quelli di uno Stereorama che "arava" l'ultimo 45 giri di Battisti. E questo, sempre con l'assunto di prima: una soundbar decorosa, che costa 1/20 di uno stipendio mensile comune ed è grande quanto una bottiglia di vino, offre una riproduzione audio di qualità paragonabile a quella di uno "stereo" grande quasi quanto una TV a tubo catodico e che costava mezzo stipendio, se non di più.

A questo punto dell'elaborazione, possiamo sostenere che l'hifi sia morta? Di sicuro, abbiamo la certezza che è "più democratica" di un tempo: quanto, poi, questo fattore abbia portato ad una devalorizzazione della riproduzione musicale e della fruizione della musica... beh, è un discorso differente. Ovvero, oggi si può ascoltare musica con una qualità decente anche se non si è in possibilità di spendere cifre elevate, e questa è una gran cosa; sta poi all'individuo sfruttare l'occasione, oppure adagiarsi sulle banalità proposte a destra e a manca, senza usare alcuno spirito critico.

Vi chiederete: e con ciò? Potrebbero proporci pure astronavi con i diffusori incorporati, ma a noi dopotutto interessa un ristretto segmento dell'hi-fi (ora come negli anni d'oro), ovvero quello che tende alla qualità migliore possibile. Questo nostro segmento è nato dall'hifi degli anni '70, partendo come una sorta di "fascia alta" dell'hi-fi consumer, ma evolvendosi sempre di più e sempre più lontano da essa, fino a quando i due settori hanno percorso strade differenti: l'hi-fi è diventato sempre più capace di soddisfare i clienti con esigenze basse e medie, mentre il nostro nuovo settore si è trasformato in settore di nicchia, dove la qualità costruttiva e la ricerca verso nuove soluzioni migliorative sono fondamentali (tralasciamo il discorso sui risultati ottenuti). Fa da corollario a tutto questo il fatto che, fino agli anni '90, esistevano numerosi prodotti hi-fi consumer di fascia media che a livello costruttivo e come ambizioni di qualità potevano competere ad armi pari con gli apparecchi espressamente hi-end: cito a titolo di esempio i CD Marantz KIS, oppure gli intramontabili CD960 o NAD 3020, apparecchi che sicuramente sono lontani anni luce dal nostro concetto di qualità sonora, ma che tuttavia all'epoca reggevano il confronto con molte altre apparecchiature nei "salotti buoni"; oggi, invece, questo "scambio" di segmenti è quasi del tutto impossibile.

Dunque, una prima conclusione è ora più facile da trarre.
L'hi-fi è senz'altro morta in una delle sue accezioni: ovvero, quella del sistema costoso, complesso ed ingombrante, parte integrante delle elettroniche di famiglia, e capace a volte di reggere il paragone con sistemi di qualità realmente superiore.
L'hi-fi, invece, non è morta per ciò che riguarda la sua funzione primaria, ovvero offrire ad un vasto pubblico la possibilità di fruizione domestica di musica con una qualità elevata (ovvero ampiamente soddisfacente), a costi abbordabili: anzi, possiamo forse sostenere che oggi svolge questa funzione molto meglio rispetto ad ieri; ma questo lo analizzeremo meglio in un'altra occasione, se ci sarà possibilità di avere accesso a dati di mercato estremamente costosi da ottenere, che ci serviranno come suffragio di quelli che, altrimenti, rimarrebbero solo punti di vista personali.

Buoni ascolti
Alessio

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